Attualità 08:30

La Polizia di Stato scende in strada per contrastare la violenza sulle donne

La Polizia di Stato scende in strada per contrastare la violenza sulle donne


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PROVINCIA. Lunedì 30 settembre alle ore 10, da piazza Duomo all’Aquila, partirà il camper antiviolenza della Polizia di Stato che, per due mesi, girerà tra i Comuni più importanti della provincia per svolgere attività di prevenzione sul campo, a difesa delle donne vittime di violenza domestica. L’incontro per la presentazione del progetto sarà introdotto dal Questore Vittorio Rizzi e moderato dalla giornalista Sky Paola Saluzzi.

 

La Polizia di Stato sceglie il giorno della festa del suo patrono, San Michele Arcangelo, per mettere in campo una strategia di prevenzione su uno dei fenomeni più allarmanti per la società: la violenza sulle donne. Un progetto studiato a misura di una città, L’Aquila, in cui la difficile opera di ricostruzione del centro storico costringe la popolazione a vivere in tante “new town” disseminate in un territorio molto vasto e in cui le donne, i giovani e gli adulti cercano nuovi spazi di aggregazione.

Il Camper antiviolenza raggiungerà tutti gli insediamenti urbani realizzati nel post terremoto e rappresenterà idealmente un centro di aggregazione sui temi della sicurezza, svolgendo un’opera di sensibilizzazione sulla violenza di genere.

 

La task force sul camper della Polizia svolgerà un’attività di informazione per illustrareVOLANTINO donne retro.jpeg gli strumenti a difesa delle donne e potrà, all’occorrenza, raccogliere anche denunce e segnalazioni. Le statistiche mostrano, infatti, un sommerso allarmante di tante violenze mai denunciate, subite in silenzio, per paura, rassegnazione o a tutela della famiglia

 

Il camper sarà anche  un’aula didattica multimediale in cui verranno proiettati filmati e distribuiti volantini tradotti nelle lingue delle comunità più presenti nella provincia (rumeno, arabo, albanese, macedone ed ucraino) e completi dei numeri utili da chiamare in caso di bisogno.

A bordo sarà presente, oltre a un funzionario e a personale di polizia, anche un medico della Questura e un rappresentante del centro antiviolenza dell’Aquila.

 

 

Quella della Polizia della provincia dell’Aquila si va ad aggiungere alle tante iniziative proposte a difesa delle donne. Ancora oggi, infatti, ancora nel 2013, siamo costretti ad ascoltare barbarie compiute sui corpi delle donne, non solo nei Paesi considerati lontani dalla nostra cultura, ma anche in Italia. Si è addirittura coniato un nuovo termine, femminicidio, per descrivere i troppi omicidi di cui sono vittime le donne.

I dati sono sempre più preoccupanti: l’assassinio resta la prima causa di morte per le donne tra i 15 ed i 44 anni, ma molte di più sono quelle che subiscono ingiurie, lesioni, maltrattamenti, stalking.

 

Oltre ai progetti istituzionali come il camper della Polizia di Stato o i finanziamenti della Regione Abruzzo per i centri antiviolenza e per le case di accoglienza per le donne maltrattate (le richieste di contributo scadranno il 30 settembre), sono diverse anche le iniziative a livello locale, come il corso gratuito di autodifesa organizzato dal comune di Pescina, e associazionistico.

 

posto occupato.JPGL’associazione culturale di Civitella Roveto “Vivo qui”, ad esempio, ha aderito alla campagna “Posto occupato” e, nella suggestiva cornice del cortile del “Palazzitto” (ex Palazzo Colonna), ha organizzato un aperitivo letterario, durante il quale sono stati recitati diversi brani dedicati alla donna. Di genere diverso le letture proposte: dall’“Asservimento delle donne” di John Stuart Mill, alla nuova teoria dell’evoluzione dell’antropologa statunitense Riane Eisler. Dalla “Lisistrata” di Aristofane e le poesie di Saffo, ai delicati versi del poeta avezzanese Romolo Liberale. Tra il nutrito e attento pubblico, è stata lasciata una sedia vuota, un posto occupato, appunto, per tutte le donne vittime di violenza perché ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Occupare un posto per una donna uccisa vuol dire che lì non ci si può sedere. Lei poteva esserci seduta, ma è stata ammazzata.

 

 

Maria Caterina De Blasis