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Nasce a Villavallelonga l'associazione sportivo venatoria “I Cacciatori di Rocca d'Acero”

Nasce a Villavallelonga l'associazione sportivo venatoria “I Cacciatori di Rocca d'Acero”


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VILLAVALLELONGA. È nata a Villavallelonga l'associazione sportivo venatoria “I Cacciatori di Rocca d'Acero”. Gli associati hanno scelto questo nome per ristabilire una continuità importante con le proprie origini, con le radici delle proprie tradizioni, con un mondo ormai passato di uomini che vivevano a pieno nel loro ambiente, che lo curavano e che da quell'ambiente ricevevano tutto ciò che era necessario al sostentamento loro e dei loro cari. La presidente Roberta D’Angelo, ne “Il Banditore - notizie socio-culturali da Villavallelonga”, presenta così l’associazione: 

 

«Villavallelonga era un paese dedito soprattutto al taglio dei boschi e alla pastorizia e le montagne erano in tutto o almeno per oltre la metà coltivate a grano e granturco. Allora era molto facile trovare nel bosco, ai piedi di ogni faggio, le tane delle lepri (iaccj) che schizzavano via al passaggio dei cani, ma anche delle persone. Tutti i pastori possedevano fucili e cani che, oltre a difendere il gregge dai lupi, cercavano selvaggina e non di rado quando rientravano la sera oltre al latte riportavano a casa qualche preda: una lepre, un tasso, un istrice; ed allora si poteva accompagnare la quotidiana polenta con della carne.

E mentre la famiglia si riuniva intorno al tavolo gli uomini raccontavano come i cani, Tom, Fido, Bosco avevano individuato le tracce della lepre, l’avevano scovata, inseguita e, quando era passata davanti allo zio Peppe questi, nel tentativo di sparare, era scivolato su di una pietra liscia ed era finito a gambe all'aria mentre la lepre correva via felice di averla scampata.

 

Poi il progresso ha preso il sopravvento con rapidità esponenziale e in meno di 50 anni, dal dopoguerra a fine secolo, l'agricoltura e la pastorizia a Villavallelonga sono scomparse. I campi di grano e di granturco hanno lasciato il posto ad immensi rovi, il bosco incolto sta divorando anche la pianura e gli animali selvatici cercano cibo più lontano.

L'uomo non ha più necessità di procurarsi da solo le sue prede, ma le trova già confezionate negli ipermercati; e quel mondo fatto di nebbia mattutina, di canizze, di amicizia, di sportività, di soddisfazione si è andato via via perdendo sempre più; è rimasto solo nei racconti dei nostri anziani, che non potendo più praticare la caccia vanno, durante la stagione venatoria, il sabato e la domenica all'alba alla “Cava delle Pietre” e cercano di sentire in lontananza l'eco degli abbai dei cani in seguita, cercando di riconoscere quale cane sia, e poi aspettano seduti in Piazza il ritorno dei cacciatori per commentare insieme a loro ed avere così la sensazione di rivivere la loro gioventù. I tempi sono cambiati, ma nell'animo del cacciatore è rimasta la voglia di sentire ancora che quel piatto di pappardelle al sugo di lepre che sta mangiando insieme alla sua famiglia e ai suoi amici. Quello è il frutto di un lungo lavoro svolto insieme ai suoi amati cani, che non cacciano per fame, visto che sono più che ben nutriti, ma per la consapevolezza che da che mondo e mondo la caccia è un'attività di simbiosi che lo unisce al suo padrone.

Noi vorremmo ricreare in tutti i cacciatori, ma anche in chi cacciatore non è, quel sentimento naturale che vede l'uomo al vertice della piramide ecologica in qualità di massimo predatore carnivoro, ma profondamente cosciente del fatto che dalla natura può e deve prendere solo il necessario senza eccedere ed anzi conservando al meglio ciò che lo circonda per mantenere quell'equilibrio che è indispensabile per la sopravvivenza di ogni specie compresa quella umana.

Per questo noi intendiamo agire in prima linea in tutte quelle attività di miglioramento ambientale che sono possibili nel nostro Paese, a partire dal monitoraggio della fauna, soprattutto di quella a rischio di estinzione e che rappresenta tutta l'anima del nostro Comune, come l'orso bruno marsicano e il lupo, ultimamente oggetto di attentati vergognosi, per giungere al ripristino dei vecchi sentieri, passando attraverso la divulgazione dei nostri principi di amicizia, solidarietà e rispetto. E proprio in questo contesto sorge la nostra libera e volontaria Associazione sportivo venatoria "I Cacciatori di Rocca d'Acero".

L'Associazione si è dotata anche di un profilo Facebook "Cacciatori di Rocca d'Acero" la cui amicizia è destinata a tutti coloro che vogliano aver notizie del mondo venatorio in particolare nel nostro Comune, ma anche a livello nazionale.

A breve speriamo di poterci munire di un nostro sito web. Vorremmo in questo modo stuzzicare la curiosità di molti che ci conoscono come membri della nostra comunità, e forse non comprendono la nostra passione. Ma d'altronde come si può comprendere ciò che non si conosce?».