Politica 11:15

Ex Arssa, Tinarelli: Febbo ha fallito, si dimetta

Ex Arssa, Tinarelli: Febbo ha fallito, si dimetta


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AVEZZANO. Sistema agricolo del Fucino “messo in ginocchio” dalla Regione che, a due anni dalla cancellazione dell'Arssa, una struttura fondamentale per il comparto agricolo della Marsica, ancora non dà vita ai 2 nuovi servizi previsti dalla legge del lontano 2011”.

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Carlo Tinarelli, capogruppo del Pd, mette l'irascibile assessore regionale all'agricoltura, Mauro Febbo, sul banco degli accusati: “Febbo, che ignora completamente la storia della Marsica e l'importanza del settore agricolo fucense per l'economia della Regione e l'occupazione, ha fallito miseramente: si dimetta. E' incredibile, questo signore la cui incapacità politica è sotto gli occhi di tutti, dopo aver assestato una mazzata letale all'agricoltura Marsica nel silenzio assordante di consiglieri e assessori marsicani del Pdl, invece di dare concretezza ai due servizi,  che dovevano diventare operativi quattro mesi dopo l'eliminazione dell'Arssa, insulta a destra e a manca chi osa chiedere spiegazioni sulle sue inadempienze”.

 

Ritardi ingiustificati che, oltre a lasciare il settore in balia delle onde, costringono i dipendenti sopravvissuti a “bivaccare” qui e là in attesa della nuova mission, mentre Febbo cerca di sottrarsi alle sue responsabilità  Tinarelli, contesta all'assessore regionale anche lo stallo assoluto tra il personale dell'ex Arssa, sempre più demotivato per la ricollocazione virtuale.Le nuove attività previste dalla Legge regionale n.29 del 2011”, sottolinea, “sono solo chiacchiere in libertà, poiché il personale sopravvissuto allo smantellamento dell'Agenzia regionale, non è stato ancora  assegnato ai nuovi incarichi, semplicemente perché i due servizi sono rimasti sulla carta, mentre Febbo si sta dimostrando maestro nella propaganda, nella disinformazione e nell'insulto gratuito.

 

L'assessore, che in un futuro prossimo potrebbe ricollocarsi come parolaio inconcludente, invece di autoincensarsi e gettare il fardello dei troppi ritardi ingiustificati, frutto della sua assoluta inadeguatezza e incapacità politica, sulle spalle di lavoratori, sindacati e dirigenti, prenda atto del fallimento totale e faccia l'unica cosa dignitosa: chieda scusa ai marsicani e agli abruzzesi e faccia un passo indietro”.

All'ex Arssa, comunque, al momento c'è un solo dirigente, del secondo non si vede traccia, mentre i lavoratori stanno svolgendo compiti provvisori in attesa dell'attivazione dei 2 servizi “fantasma”, in lista d'attesa dal 2011, anno del varo della legge, che dovrebbero avere il compito di gestione e controllo del suolo e del territorio, di tutela e gestione del patrimonio boschivo, della competitività e della green economy.  Sul “groppone” di Febbo pesa anche il Crab, gioiello della ricerca marsicano che, insieme agli altri centri della Regione in agonia, attende da tempo la concretizzazione del riordino annunciato: “ma forse anche qui”, ironizza Tinarelli, “per

l'assessore regionale all'agricoltura la colpa è solo e soltanto di lavoratori, sindacati, dirigenti, ecc...”.                    

 

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Ecco come l’assessore regionale Mauro Febbo, aveva, nei giorni scorsi, risposto alle

accusa dell’assessore all’agricoltura al Comune di Avezzano, Francesco Paciotti:

 

PESCARA. L’Assessore regionale alle Politiche agricole, Mauro Febbo interviene per fare chiarezza sulla vicenda dell’ex Arssa di Avezzano anche in seguito alle dichiarazioni rilasciate dall’Assessore comunale Paciotti e dai dipendenti.

 

“All’Assessore di Avezzano non ho inteso rispondere in quanto ha dimostrato di essere ignorante, in quanto ignora la realtà dei fatti. Mi preme sottolineare che 4 anni fa, quando iniziai a lavorare sul progetto di riorganizzazione della Direzione Politiche agricole, avendola trovata svuotata di quelle professionalità di cui aveva realmente bisogno come periti agrari, dottori forestali, agronomi, si rendeva necessario integrarla con quelle figure di cui invece disponeva l’Arssa e che negli anni non erano state valorizzate. Quelle figure professionali rappresentano una risorsa estremamente utile per l’intero sistema agricolo regionale. Molti, tra politici amici e dipendenti, mi dicevano che la missione che mi ero prefissato era impossibile in quanto di questo si parlava da oltre 20 anni e nessuno dei miei predecessori, come Borrelli, Sciarretta e Verticelli, era riuscito a portarla a compimento. Questa riorganizzazione infatti avrebbe scatenato numerose problematiche legate a questioni lobbistiche in primis e ai contrasti tra le varie figure professionali e tra i territori e alle tensioni legate ai privilegi acquisiti, non sempre per meritocrazia ma spesso solo per anzianità. Non bisognava sottovalutare soprattutto le disparità che si sarebbero create tra il personale regionale, fermo nelle progressioni ormai da troppo tempo, e quello assegnato all’Arssa che invece aveva potuto godere di tutte le progressioni possibili, verticali e orizzontali, acquisendo anche elevati livelli dirigenziali (D-D6).

 

Nonostante tutte le possibili problematiche che avevo di fronte sono andato avanti in questo percorso (mirato a dotare la Direzione Politiche agricole di tutte quelle professionalità di cui aveva bisogno) e anche grazie al sostegno della mia maggioranza (Pdl), sono riuscito a portare a termine questa riforma che peraltro ha trovato il duro ostruzionismo dell’opposizione in Consiglio regionale. Sono stato inondato di ringraziamenti da tutto il personale, non solo per essere riuscito a fare ciò che si attendevano da oltre 20 anni, ma anche per aver dato loro la possibilità, in un momento così difficile dal punto di vista occupazionale, di poter contare su un posto di lavoro fisso e sicuro evitando il rischio di cadere nella spending review ed essere oggetto di esuberi. E’ chiaro però che era impensabile che ben 239 dipendenti ex Arssa rimanessero alla Direzione Politiche agricole e di conseguenza alcuni dovevano essere trasferiti presso altre Direzioni in base alle loro professionalità.

 

Quello che si temeva potesse ostacolare questa riforma si è materializzato solo in una fase successiva e mi riferisco allo scontro tra le Organizzazioni sindacali, Rsu Arssa e Rsu regionale, tra Dirigenti locali di Avezzano contro quelli dell’Aquila e viceversa. A questo proposito voglio sottolineare che nell’ambito del percorso di riorganizzazione e gestione del personale sono stati trovati “ad arte” una serie di motivi ostativi che hanno prodotto un notevole rallentamento dell’integrazione (Direzione Personale e Direzione Bilancio).  

 

Nonostante questo abbiamo proseguito nel percorso, in attuazione della Legge regionale, con la Determina della Direzione Agricoltura per l’assegnazione dei lavoratori della sede di Avezzano (15 gennaio 2013) che però il Direttore del Personale Caruso ha messo in discussione trasferendo parte di quel personale all’Aquila. Successivamente, con una risoluzione il Consiglio regionale (21 gennaio 2013) ha di fatto bloccato il trasferimento; la Direzione Personale ha inteso interessare della vicenda anche la Cortei dei Conti (questo vuol dire altro tempo perso). Ribadisco che alcuni lavoratori dovranno necessariamente essere trasferiti in altri Uffici ma non possono esserci dubbi sul nostro operato visto che abbiamo fatto tutto quello che era previsto nei tempi e nei modi stabiliti dalla Legge. Tra l’altro l’8 agosto è stata presentata l’ipotesi di riorganizzazione del personale della Direzione Politiche agricole che, come accaduto anche in precedenza, ha trovato le perplessità e gli ostacoli posti  dal Settore Personale, dal Bilancio e anche dalle dispute tra i Dirigenti di Avezzano e L’Aquila”.