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Riperimetrazione del Parco Sirente-Velino, il dissenso di Parco, Wwf e Cai

La proposta del consigliere Ricciuti prevede l’esclusione dall’area protetta di due siti tra i Comuni di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio


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AVEZZANO. Nella mattinata di oggi, all'ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale verrà posta ai voti la riperimetrazione del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, volta ad escludere dal territorio dell'area protetta due settori: parte dei Piani di Pezza e parte dell'Altopiano delle Rocche che ospitano numerosi habitat e specie altamente protette.

 

I responsabili del Parco Sirente Velino e del Wwf alzano un muro in difesa dei delle aree messe a rischio da una proposta di riperimetrazione che mira ad escludere una delle zone di maggior pregio naturalistico e paesaggistico dell'area protetta, oggetto di 3 interventi di tutela a salvaguardia dell'orso bruno marsicano e dei delicati ambienti naturali finanziati dall’Unione Europea.

 

Simone Angelosante, presidente dell'Ente Parco ed Herbert Simone, del Wwf, lanciano un appello al presidente Gianni Chiodi e al consiglio regionale: “Bocciare la proposta di riperimetrazione avanzata dal consigliere Luca Ricciuti mirata ad escludere dall'area protetta siti di interesse comunitario (Sic) ad altissima valenza ambientale nei Comuni di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio”.

 

«Quell'area rappresenta il cuore del Parco, con un'elevatissima valenza ambientale» ha affermato Angelosante in un'infuocata conferenza stampa al Comune di Avezzano «non può essere esclusa dall'area protetta, poiché esporrebbe il territorio alle insidie della cementificazione selvaggia, all'assalto dei cacciatori, a contenziosi con lo Stato e al rischio di nuove tasse: l'Unione Europea ha finanziato progetti di conservazione e valorizzazione in quell'area, quasi certamente aprirebbe una procedura di infrazione, con conto finale a carico degli abruzzesi».

 

«Viviamo una fase di grande crisi» ha continuato il presidente del Parco «le aziende chiudono, le industrie delocalizzano, ma in questo splendido lembo d’Abruzzo abbiamo un immenso patrimonio ambientale, artistico, culturale ed enogastronomico che non va aperto alla cementificazione e alla caccia, ma difeso e valorizzato per dare benessere alla comunità locale che vive e opera nel Parco».

 

Pollice verso, quindi, alla proposta Ricciuti, stroncata senza appello anche dal Wwf. «Respingiamo al mittente quest'attacco sconsiderato contro una delle zone di maggior pregio del Parco» ha aggiunto Simone, vice presidente del Wwf Abruzzo e membro del Cda dell'Ente, «che rientra nei Sic e nel progetto Patom: aprirebbe le porte all'assalto dei cacciatori e dei cementificatori. Se la Regione andrà avanti, il Wwf si mobiliterà a livello nazionale e internazionale per salvaguardare quel paradiso».

 

Sferzante anche la bocciatura del Wwf Italia: «È paradossale» ha sottolineato il presidente nazionale Dante Caserta, in contatto telefonico «che nei giorni in cui al Ministero dell'ambiente si parla di difesa della natura e di tutela della biodiversità, nella Regione verde d'Europa si viaggia in controtendenza».

 

Anche il Cai Avezzano esprime il proprio radicale dissenso rispetto alla proposta di riperimetrazione, che, sostiene il presidente Giovanni Olivieri, «tende manifestamente a spianare la strada alla realizzazione di nuovi impianti sciistici di collegamento tra i bacini di Ovindoli e di Campo Felice, a costo di deturpare un'area di straordinario pregio ambientale ricadente, tra l'altro, in un sito di interesse comunitario protetto ai sensi della Direttiva Habitat».

 

«L'intero sistema di protezione del Parco» ha dichiarato il presidente del Cai «ne risentirebbe fin quasi ad esserne annientato, stante il ruolo nevralgico svolto dai Piani di Pezza quale collegamento naturalistico tra l'areale del Sirente e dell'Altipiano delle Rocche, ed il massiccio del Velino-Cafornia e dell'alta Val di Teve».

 

«Il Parco Sirente-Velino» ha concluso Olivieri «è uno scrigno di biodiversità, nel quale sono censite centinaia di specie autoctone, oggetto di studio ed osservazione da parte di ricercatori di tutto il mondo. Si tratterebbe dell'ennesimo insulto al patrimonio naturale abruzzese pertanto auspichiamo che la classe politica sappia mettere in atto tutti gli strumenti necessari per impedire che ciò accada». (Mc.dB.)