Attualità 07:00

Anche senza campanella studenti, insegnanti e bidelli si riappropriano del nuovo liceo scientifico Vitruvio Pollione

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Tutti aspettavano il suono della campanella ma una momentanea interruzione di corrente elettrica nell’atrio ha fatto saltare la scaletta. Poco male visto che alle 8.15 gli studenti sono entrati tutti nel nuovo liceo scientifico Vitruvio Pollione.

 

Guidati dalla preside Marina Novelli, dai professori e dai bidelli i ragazzi sono entrati per vedere le loro aule immacolate, poi è arrivato il Presidente della Provincia dell’Aquila Antonio Del Corvo, il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio, la preside dell’Itis Anna Amanzi, gli assessori del Comune di Avezzano Patrizia Petricola e Gino Di Cicco, il parroco Don Antonio Scalone e i rappresentanti della ditta che ha eseguito i lavori.

 

Dopo il taglio del nastro la preside Novelli ha ringraziato la Provincia per l’impegno e il lavoro svolto nei mesi precedenti sottolineando anche “la vittoria di studenti, professori e personale Ata nella battaglia per riavere la nostra scuola”.

 

Il presidente Del Corvo ha mostrato di apprezzare la nuova scuola ed è andato dritto al punto parlando agli studenti: “Ora tocca a voi impegnarvi negli studi!”, poi la benedizione del parroco e il rinfresco per le personalità nella presidenza con i divanetti in pelle bianca.

 

In mezzo ai ragazzi qualche ex studente del Pollione e tra questi Giulia che anche se adesso frequenta l’università non ha nascosto “l’orgoglio di aver combattuto per questa causa”. “Ho vissuto tre anni nel vecchio edificio e due nel campus, entrare qui mi ha fatto comunque uno strano effetto perché le classi rientrate sono circa 25 per un totale di circa 500-600 studenti rispetto ai 1800 di prima, l’edificio è bello e illuminato con le luci a led e al neon ma le pareti ancora senza quadri mi hanno dato un senso di spazio vuoto. Mi aspettavo maggiore emozione nei ragazzi – ha proseguito Giulia –  invece solo qualche timido applauso di cortesia verso chi ha veramente lottato negli anni passati”.

 

I bidelli erano tutti soddisfatti di trovarsi in un edificio ben riscaldato piuttosto che dover continuare a distribuire circolari tra un container e l’altro, non altrettanto qualche professore e diversi studenti.

 

Forse perché senza il campus non potranno più passeggiare all’aperto al cambio di ora e perché non si potrà più uscire alla ricreazione per la tanto desiderata sigaretta.

 

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