Attualità 07:00

Tribunale di Avezzano ai titoli di coda

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AVEZZANO. Non ci sarà nessun referendum per abolire la riforma della geografia giudiziaria. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta presentata, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, da nove consigli regionali, con l’Abruzzo capofila.

 

L’udienza a porte chiuse per valutare l’ammissibilità del referendum è durata poco più di un’ora. Nel collegio difensivo, per l’Abruzzo, c’erano gli avvocati Mario Petrella e Roberto Di Pietro. 

 

Le nove Regioni (Abruzzo, Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Campania, Liguria, Basilicata e Calabria) avevano chiesto che gli elettori potessero esprimersi sull'abrogazione sia della delega data al Governo per la riforma, sia sui successivi decreti legislativi (del settembre 2012) con i quali si era definita la nuova organizzazione di tribunali, procure e uffici del giudice di Pace.

 

Poco prima della decisione, i sindaci di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, i cui tribunali rischiano la chiusura, insieme ai comitati territoriali, avevano lanciato un appello perché i giudici dessero “voce ai cittadini per esprimere democraticamente la sovranità popolare sancita dalla Costituzione”.

 

«Abbiamo già deciso di proseguire unitariamente nell’avversare la riforma sulla geografia giudiziaria» ha commentato dopo la notizia Fabiana Contestabile, a capo del comitato pro referendum «siamo pronti a ricorrere alla Corte di giustizia europea perché questa riforma mette in discussione il diritto del cittadino all'accesso alla giustizia». «I nostri delegati» ha poi scritto la Contestabile sui social network «hanno l’intenzione di valutare altri strumenti giuridici a disposizione a tutela dei nostri diritti, perché oggi il diritto alla giustizia di prossimità è stato negato a 23 milioni di Italiani».

 

«È un duro, inaspettato, colpo per il nostro territorio» ha dichiarato invece il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio «continueremo la nostra battaglia per garantire quantomeno un’ulteriore proroga per i tribunali di Avezzano e Sulmona, considerando anche la situazione degli uffici giudiziari del capoluogo che ancora fanno i conti con gli effetti del sisma del 6 aprile 2009».

 

Intanto la senatrice Stefania Pezzopane (Pd) ha presentato un emendamento al decreto Milleproroghe per scongiurare la chiusura dei Tribunali abruzzesi: una proroga di dieci anni per derogare la riforma delle circoscrizioni giudiziarie nelle province abruzzesi, che interessa i Tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, ed evitarne la soppressione. L’emendamento è stato firmato anche dai senatori Federica Chiavaroli (Ncd), Luigi Cucca (Pd), componente della Commissione Giustizia e Enrico Buemi (Psi).

 

Nel testo dell’emendamento si chiede di prorogare per dieci anni la deroga concessa ai Tribunali abruzzesi, per il sisma del 2009, che inizialmente prevedeva solo tre anni, a causa delle perduranti condizioni di inagibilità delle sedi dei Tribunali dell’Aquila e di Chieti.

 

Prima che si conoscesse l’esito della Consulta sulla richiesta del referendum abrogativo della riforma, la Pezzopane aveva ricordato le mobilitazioni portate avanti in difesa dei tribunali, aggiungendo di aver presentato questo emendamento in sintonia con le richieste dei comitati cittadini, dell’Ordine degli Avvocati e dei Sindaci del territorio.

«La riforma intrapresa dai precedenti Governi rappresenta solo un aggravio dei costi per il cittadino, senza alcun beneficio concreto per il sistema giudiziario» ha argomentato la senatrice, spiegando così la sua iniziativa: «L’emendamento ci consente di avere un lasso di tempo ragionevole per scongiurare la chiusura. Dobbiamo fare squadra e dedicarci con convinzione a confezionare un progetto valido che salvi i tribunali abruzzesi, da presentare al Governo al più presto, anche rivedendo qualche circoscrizione giudiziaria e salvaguardando i territori di montagna». (Mc.dB.)