Attualità

Civitella Roveto, in scena per le scuole “Gli anni rubati”

L’Associazione culturale Tams ha presentato ai ragazzi di Civitella e Morino uno spettacolo-studio dedicato ad Anna Frank e agli ebrei morti nei campi di sterminio


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CIVITELLA ROVETO. Uno spettacolo profondo e toccante quello a cui hanno assistito gli alunni della Scuola Secondaria di Primo grado di Civitella Roveto e Morino.

 

Ieri, vista l’imminenza del Giorno della Memoria, nel teatro “Bruno Mariani” è andata in scena la rappresentazione “Gli anni rubati. Dedicato alla memoria di Anna Frank e a quanti perirono nei campi di sterminio”. Uno spettacolo-studio a cura dell’Associazione Culturale TAMS di Avezzano, con testo e regia di Paola Munzi, musiche originali eseguite dal vivo da Giuseppe Morganti, suono e luci a cura di Andrea Di Girolamo, fonico Marco Palumbo, in scena Giuseppe Morganti e Paola Munzi.

 

Sul palco è stata ricostruita la piccola soffitta di Amsterdam in cui Anna Frank è stata nascosta per due anni, i due anni rubati, appunto, al campo di concentramento. Da qui la narrazione, attraverso la lettura delle pagine del diario “Kitti”, del travaglio psicologico e della vita dell’adolescente, per la quale la scuola, gli amici, i giochi, le feste, il vivere quotidiano non erano oramai che dei piacevoli ricordi.

La segregazione della giovane ebrea era resa, poi, ancora più drammatica dall’incessante e sconvolgente susseguirsi di tragiche notizie provenienti dall’esterno e rappresentate, durante lo spettacolo di ieri, attraverso immagini dell’epoca, proiettate sul fondo della scena e raffiguranti il nazismo, i campi di concentramento e gli anni della II Guerra Mondiale.

 

Al termine della parte del dramma dedicata ad Anna Frank, i ragazzi hanno poi potuto ascoltare le interviste rilasciate da alcuni deportati ebrei sopravvissuti alla Shoa che, grazie all’Aned (associazione nazionale ex deportati), hanno raccontato ai responsabili del Tams le loro tristi storie. E poi ancora immagini, questa volta dei conflitti più recenti, come a dimostrare che c’è ancora molto da fare perché emerga quell’“intima bontà dell’uomo” in cui, nonostante tutto, continuava a credere, speranzosa, la piccola Anna.

 

Gli alunni, rapiti dalla narrazione, alla fine dello spettacolo hanno potuto scrivere le loro riflessioni su dei fogli, poi consegnati agli organizzatori che, con la loro rappresentazione, hanno voluto contribuire a risvegliare nei ragazzi una sensibilità nuova che li possa rendere in grado di opporsi fermamente a nuovi episodi di violenza razziale.

 

Maria Caterina De Blasis