Politica 17:33

Chiodi: per fermarci ci dovete sterminare

Attese, sono arrivate le prese di posizione di Nazario Pagano e del Presidente Gianni Chiodi. Nessun consigliere del Pd tra gli indagati


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Nella conferenza stampa di Pescara, Pagano mette il dito sulla competenza della Procura di Pescara in merito alle indagini su “una rimborsopoli che non esiste, non c’è nessuno scandalo né un uso distorto del denaro pubblico, solo incongruenze nella compilazione dei modelli di rimborso”.

 

Secondo Pagano molte delle contestazioni riguardano missioni che risalgono al periodo del terremoto dell’Aquila “quando molti consiglieri si sono recati all’estero per la raccolta fondi destinati alla Fondazione Abruzzo Risorge”.

 

E’ battagliero Pagano e non ci sta: “E’ il mio primo avviso di garanzia dopo 24 anni di politica e ci ho messo un po’… Faremo le nostre valutazioni nelle sedi e nei tempi più opportuni”.

 

Pagano solleva poi il dubbio sulla tempistica degli avvisi di garanzia: “Le indagini non sono ancora concluse, perché proprio ora a ridosso dell’appuntamento elettorale e con queste modalità?”.

 

Solo quattro Regioni su venti non sono coinvolte in indagini che riguardano i rimborsi per i componenti della Giunta e per i consiglieri regionali.

 

Da qui parte la constatazione di Gianni Chiodi: “Prima o poi in Abruzzo doveva arrivare, è un trend nazionale”, ricorda poi come sia stato colui che “ha ridotto del 75% le spese di rappresentanza rispetto alla precedente Giunta”, non ha ancora ricevuto materialmente l’avviso di garanzia ma ha capito che si tratta di rimborsi “che non compilo io per quel che riguarda le visite istituzionali, credo che si possa spiegare tutto ampiamente, non come è avvenuto nel resto d’Italia”.

 

Il presidente però promette battaglia nella prossima campagna elettorale per le regionali: "Lotteremo fino al 25 maggio, chi ci deve giudicare sono i cittadini. Se qualcuno strumentalizza atti anche doverosi della magistratura per fermarci, ebbene deve sterminarci".

 

Sulla vicenda arriva anche il commento del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente che prova dolore per quanto successo ma non cerca vendette su chi ha sparso veleno su di lui e la sua giunta: “Non sono uno sciacallo”.

 

Il segretario regionale dei Radicali, Alessio Di Carlo parla di un quadro inquietante “rappresentato dal passaggio di consegne dalla politica alla magistratura, dal diritto di voto in mano agli elettori al diritto di veto in capo alla magistratura”.

 

Oltre a Chiodi e Pagano gli altri 23 indagati sono gli assessori Mauro Di Dalmazio, Carlo Masci, Alfredo Castiglione, Paolo Gatti, Mauro Febbo, Federica Carpineta, Gianfranco Giuliante, Luigi De Fanis e Angelo Di Paolo.

 

I consiglieri di maggioranza Emilio Nasuti, Giorgio De Matteis, Nicola Argirò, Riccardo Chiavaroli, Lanfranco Venturoni, Alessandra Petri, Lorenzo Sospiri, Giuseppe Tagliente, Antonio Prospero, Nicoletta Veri e Luciano Terra.

 

I consiglieri all’opposizione Carlo Costantini, Franco Caramanico, e Cesare D’Alessandro.

 

Tra i nomi dei 23 indagati non c’è nessun consigliere del Partito Democratico.

 

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