Un uomo che all’epoca veniva definito ‘ebreo tedesco’ fuggì dalla Germania nazista e si presentò alla dogana degli Stati Uniti d’America. Il suo nome rimane indelebile nella storia dell’umanità.
Il doganiere glielo chiese il nome e lui rispose: “Albert”.
Il cognome: “Einstein”.
La terza domanda fu: “Razza?”.
Ed Einstein: “Umana”.
Perché non di razza si tratta ma di uomini, donne e bambini sterminati con una lucidità feroce e pianificata a tavolino dagli assassini criminali agli ordini di Adolf Hitler.
Questa è la Shoah, questo è l’Olocausto e nel giorno in cui l’Armata Rossa abbatté i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, le Nazioni Unite celebrano per non dimenticare il Giorno della Memoria.
Anche l’Italia ricorda oggi lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei ma anche coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Le leggi razziali del 1938 sono la vergogna e il crimine dell’Italia, di un re che di regale non aveva nulla, del regime fascista e di Mussolini che hanno insozzato in modo indelebile la patria della bellezza condannando a morte i propri concittadini italiani. Grazie a quelle leggi, i nazisti hanno potuto utilizzare le liste per razziare gli ebrei ormai schedati, hanno avuto il lavoro di morte facilitato.
Tanti, troppi italiani hanno accettato in nome di una ridicola superiorità razziale di considerare il proprio vicino ebreo infestante e inferiore, di denunciarlo, di condannarlo a salire su un camion per non più ritornare. Tanti hanno denunciato per sbarazzarsi di persone per poi rubargli tutto quello che lasciavano.
Ma anche nel buio più pesto c’è sempre un lumicino che indica la strada. Quanti italiani hanno messo a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari rimanendo umani, rimanendo uomini che aiutano altri uomini senza distinzioni.
Nella Marsica siamo orgogliosi di ricordare il prete originario di Villavallelonga, Don Gaetano Tantalo, un Giusto tra le Nazioni come c’è scritto sulla targa ai piedi dell’albero piantato in suo onore nel Giardino dei Giusti al museo Yad Vashem di Gerusalemme.
Da parroco di Tagliacozzo nascose per nove lunghi mesi due famiglie di ebrei romani, i Pacifici e gli Orvieto che grazie a lui sopravvissero allo sterminio. In quella pericolosa Tagliacozzo in cui c’erano le carceri naziste dove furono torturati e barbaramente uccisi in molti, si staglia il ricordo di uno dei bambini di allora, Natan Orvieto che grazie a Don Gaetano è potuto diventare un uomo che non dimentica il male che lo circondava e che non dimentica il bene che ha ricevuto.
Solo due giorni fa a Roma sono state spedite tre teste di maiale contenute in delle scatole alla Sinagoga, all’ambasciata di Israele e un museo che ospita una mostra sull’Olocausto.
Svastiche e scritte come ‘Hanna – con l’H – Frank bugiardona’ e ‘Olocausto menzogna mondiale’ hanno imbrattato ancora una volta i muri della capitale.
Ancora oggi il razzismo, la xenofobia e l’antisemitismo e l’ignoranza sono ben presenti tra noi, la tragedia della storia sembra non aver insegnato niente ma poi c’è la scuola.
Maestri, professori e studenti tengono alta l’attenzione perché tutte le scuole della Marsica ricordano la Shoah, questa è la strada da seguire perché i ragazzi che sanno e ricordano diventano la garanzia affinché simili eventi non possano mai più accadere.
Nemmeno quelli di due giorni fa a Roma.
Direttore