Cultura 06:30

“Itinerari dell’arcobaleno” al Teatro Talia di Tagliacozzo

La rassegna, la più longeva nei comuni marsicani, è giunta alla 26a edizione


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TAGLIACOZZO. Proseguono gli appuntamenti per gli alunni delle scuole di Tagliacozzo al Teatro Talia, per la rassegna “Itinerari dell’arcobaleno”, 26a edizione, la rassegna più longeva nei comuni della Marsica, dedicata ai bambini e agli adolescenti.

 

Il programma è stato realizzato con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Tagliacozzo e dell’Istituto Scolastico “A. Argoli” e si svolge con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Abruzzo, Provincia di L’Aquila, Comune di Tagliacozzo

 

Il 20 febbraio, alle 10:30, il Teatro dei Colori presenterà un classico del teatro di immagine, per il progetto “Arte teatro scienza”, da Klee, Kandinskij, Albers, Mondrian, Munari. Mentre, il 21 febbraio, il Teatro Zeta andrà in scena con “Il caso Dorian Gray” da Oscar Wilde.

 

Il primo spettacolo, che vedrà come protagonisti Gabriele Ciaccia, Valentina Ciaccia, Monica Di Bernardo e Roberto Santavicca in collaborazione con Mauro Lambardi e Mario Serchia e con la produzione di Gabriella Montuori, riprende il ciclo dedicato al colore, principio della ricerca della Compagnia con lo spettacolo che ne ha segnato le origini e la storia. "Colori" è lo spettacolo come pura visione, racconto di storie e di atmosfere, di tempi e di stagioni, di natura e di geometrie, di contrasti e di accostamenti, di accordi, di pitture, di stati d’animo. È la poesia dell’evocazione di immagini dalla “semplicità” delle basi geometriche e dalla “scomposizione” primaria dei colori nella luce, nel racconto della loro “composizione”. È l’informazione sulla funzione di un linguaggio iconico come da manipolare, modificare, modulare, costruire, la conoscenza di un mondo che ci è complice, anche ad occhi chiusi, quando le immagini le immaginiamo. Lo spettacolo è realizzato mediante le tecniche proprie del teatro d’immagine, con i particolari accorgimenti tecnici del teatro “nero”. La struttura di questo lavoro, che privilegia il momento “visione”, è basato sull’utilizzo appropriato e misurato della “luce”, creando nello spazio scenico delle profondità virtuali in relazione ai “campi” di illuminazione. Inoltre con un particolare ed attento utilizzo dei “tipi” di illuminazione (luce positiva, luce nera, proiezioni) si possono evidenziare gli effetti derivati dai nuovi e moderni colori con composizioni chimiche differenziate (colori fluorescenti, luminescenti, neon, rifrangenti). Questo perché lo studio e l’educazione all’immagine, non può prescindere dall’analisi e dalla conoscenza delle tecniche, fondamenta dei linguaggi. Di particolare importanza è il riferimento agli studi compiuti, nel campo delle arti visive.

 

L’augurio degli organizzatori è che questo “Colori” possa essere d’aiuto a chi, nel mondo della scuola, spera con passione verso quel rinnovamento veicolato dell’immaginazione, dalla libertà e dalla fantasia. Nello spettacolo, gli attori sono servi di scena, sono vestiti di nero, la lampada nera valorizza, come piano di illuminazione, solo le sagome luminescenti che gli attori – manovratori muovono, esprimendosi nelle azioni compiute nello spazio e nel “colore”.   

 

La pièce portata in scena dal Teatro Zeta sarà, invece, “Il caso Dorian Gray” con Manuele Morgese, con la drammaturgia di Giuseppe Manfridi e la regia di Pino Micol.

Tre personaggi e una sola storia che, per ragioni diverse, riguarda ciascuno di essi. Henry, Basil e Dorian. Sofisticato e fatuo come un vero dandy, il primo; morboso e solitario, il secondo; vanitoso e perfido il terzo, Dorian Gray, che nel romanzo di Wilde assurge a protagonista assoluto, in questa reinvenzione drammaturgica dell’opera, invece, ricoprirà un ruolo che si equipara a quello degli altri due in uno smontaggio della trama narrativa ripensata nei termini di un’indagine processuale.

 

Al centro dell’inchiesta, un mistero dall’intreccio tanto articolato da non essere noto, nella sua interezza, a nessuno dei tre. Henry, Basil e Dorian si avvicenderanno, così, in una serie di deposizioni corrispondenti ad altrettante visioni dei fatti. A tre punti di vista che, congiunti, offriranno allo spettatore la chiave di questo formidabile enigma, teatralmente concepito come una virtuosistica partitura per attore solista. L’incalzare del ritmo, sempre più marcato nel passare da un movimento all’altro, è tale da far maturare una suspense imprevista, e le atmosfere gotiche in cui matura la vicenda finiranno ben presto con l’assumere i connotati di un noir senza precedenti.