Attualità 08:00

Il Comune di Avezzano mette l'acqua del Fucino nelle mani del Prefetto

Dopo il continuo rimpallo di responsabilità sul depuratore, richiesta l'adozione dei poteri sostitutivi


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AVEZZANO. Il Comune di Avezzano, dal momento che le coltivazioni del Fucino sono a rischio, lamentando le liti degli enti preposti ed il silenzio della Regione, dopo aver bussato inutilmente alle porte degli assessori regionali al ciclo idrico e alle attività produttive, Angelo Di Paolo e Alfredo Castiglione, lancia un appello al Prefetto dell’Aquila, affinché adotti i poteri sostitutivi per indicare, leggi alla mano, il gestore del nuovo depuratore di Avezzano.

 

L’impianto in via di ultimazione, infatti, costato 9 milioni e 300 mila euro di fondi pubblici, rischia di rimanere invischiato nella lotta tra i vari enti.

 

«A fronte di tale ineludibile situazione, perdurando l’atteggiamento delle altre amministrazioni interessate a vario titolo che potrebbe compromettere sia le risorse agricole che l’ambiente e non consentire il raggiungimento dei livelli minimi del servizio di depurazioni delle acque» conclude la lunga nota redatta dall’assessorato all’ambiente, diretto da Roberto Verdecchia, e inviata al Prefetto Francesco Alecci «previa convocazione delle parti, siamo a chiederle di indicare i poteri sostitutivi dettati dalla normativa vigente sia in relazione all’art. 152 commi 2 e 3 del d.lgvo. n. 152/2006, e ciò in relazione sia alla legge 36/1994 ed alla legge regionale n. 23/11 art. 1 comma 17, tuttora vigente, nonostante il riordino dettato dalla proposta legislativa n. 606 della Regione Abruzzo che vorrebbe affidare all’Arap la gestione dell'impianto».

 

Quest’ultimo atto, secondo il Comune di Avezzano, potrebbe generare nuovi conflitti, con il rischio concreto di mantenere fermo l’impianto di depurazione che, dopo anni e anni di attesa, dovrebbe portare alla depurazione di tutti gli scarichi della città. Obiettivo perseguito senza sosta dall’amministrazione guidata da Giovanni Di Pangrazio e ribadito anche ai rappresentanti delle associazioni di categoria, nell’ultimo vertice in Municipio, organizzato per risolvere l’inaccettabile e perdurante situazione in merito all’inquinamento delle acque e per superare, nell’interesse superiore della collettività, lo stucchevole rimpallo di competenze e il vergognoso balletto di responsabilità tra gli enti interessati: Consorzio per il nucleo industriale ed ex Ato.

 

Proprio per dare uno scossone ai due enti regionali commissariati e superare l’impasse, nei giorni scorsi il Comune ha provato a smuovere gli assessori regionali competenti, Di Paolo e Castiglione, ma la richiesta è caduta nel vuoto.