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Uso del defibrillatore, Anpas e Misericordia chiedono modifiche al decreto regionale

“L’esclusione delle nostre realtà dal protocollo porrebbe l’Abruzzo in una situazione non chiara sul riconoscimento del giusto valore del volontariato regionale”


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AVEZZANO. Non sono pienamente soddisfatte del decreto sulle linee guida per la formazione e l’autorizzazione all’impiego del defibrillatore semiautomatico esterno, l’Anpas regionale e la Conferenza delle Misericordie Abruzzo-Marche-Molise.

 

«Se da un lato questo provvedimento va a fare chiarezza su alcuni aspetti della formazione» dichiarano, infatti, i due presidenti Serafino Montaldi e Alessandro Speca «d’altra parte solleva numerosi dubbi relativamente alla fruizione del fondo regionale per la defibrillazione precoce, destinato esclusivamente alla Croce Rossa Italiana e alle Centrali Operative 118, tagliando di fatto fuori da questi contributi la formazione dei volontari delle associazioni Anpas e Misericordie».

 

Le Pubbliche Assistenze hanno partecipato alle sessioni di formazione, con il proprio personale volontario, sin dagli albori del Progetto V.I.T.A., nato nel 1999 ad opera delle associazioni del teramano. Così, ad oggi, si contano più di 20 formatori BLS-D che negli ultimi anni hanno erogato oltre 300 ore di formazione sul territorio abruzzese. Tra le 28 associazioni di Pubblica Assistenza e le 16 Misericordie abruzzesi, si arriva ad un totale di 5 mila volontari, simbolo di grande radicamento nel territorio e di un fondamentale aiuto all’intero sistema regionale 118 e trasporto sanitario.

 

«Come per altri recenti avvenimenti» commentano ancora i due presidenti «siamo a constatare che una sola parte viene chiamata in forma diretta e, di fatto, viene privilegiata rispetto alle altre organizzazioni di volontariato organizzato a livello nazionale e presenti con numeri importanti nella regione Abruzzo».

 

«Ricordiamo che il volontariato, in modo particolare quello del trasporto sanitario» proseguono «è stato riconosciuto come valore aggiunto insostituibile da molti altri Enti Regione, nonché parte integrante del sistema del servizio ambulanza sia per la parte operativa sia per quella organizzativa e formativa. Pertanto l’esclusione del volontariato di settore dal protocollo porrebbe la Regione Abruzzo in una situazione non chiara sul rispetto delle pari opportunità e sul riconoscimento del giusto valore del volontariato abruzzese nel trasporto sanitario».

 

Montaldi e Speca, a nome delle due realtà che presiedono, chiedono dunque alla Regione Abruzzo di modificare il decreto e di essere incluse tra i centri di formazione già accreditati di diritto.


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