Politica 16:20

Quasi due miliardi di euro per l'Abruzzo. Occorre un progetto di sviluppo locale

Giuseppe Di Pangrazio: “Farò valere il giusto peso della Marsica nel nuovo Governo Regionale”


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E' il momento delle scelte: il Governo regionale che uscirà dalle urne il 25 maggio prossimo determinerà in buona misura le sorti della Marsica, un territorio dalle enormi potenzialità ma oggi in grave sofferenza, trascurato e quasi abbandonato dai cinque anni di esecutivo Chiodi. Mentre la manifattura industriale vive uno stato di pesante crisi, la Regione  non ha voluto né ha saputo valorizzare i caratteristici punti di forza della Marsica, come la filiera agroalimentare o la posizione baricentrica tra Roma ed Adriatico. 

Ne parliamo con  Giuseppe Di Pangrazio, candidato al Consiglio regionale nella lista del PD, da sempre in prima linea nella difesa degli interessi del nostro territorio.

“Nei prossimi cinque anni – esordisce Di Pangrazio - saranno disponibili per la crescita dell'Abruzzo quasi due miliardi di euro.  Sono risorse di fonte comunitaria (Fesr, Fears, Fse), nazionali (Fsc, fondi di sviluppo e coesione) e regionali”.  Risorse senza dubbio ingenti, ma per poter generare effetti positivi devono verificarsi due condizioni. “In primo luogo – osserva Di Pangrazio -  la Marsica deve riappropriarsi della giusta quota di risorse che le compete,  in considerazione dei due fondamentali parametri della popolazione residente e dei livelli di attività economica. Negli ultimi cinque anni, infatti, il nostro territorio ha potuto contare su risorse nettamente inferiori comparativamente alle aree costiere. In secondo luogo, queste risorse, per risultare funzionali allo sviluppo,  devono essere spese secondo un progetto organico che valorizzi le tipicità ed i nostri punti di forza”.

E tra i punti di forza dell'area fucense è indubbiamente l'agroalimentare: “Circa un quarto delle risorse disponibili, ovvero tra i 500 e i 600 milioni di euro, sarà destinata – continua Di Pangrazio – allo sviluppo dell'agricoltura in senso lato intesa: ricerca di base ed applicata, produzione di nuove varietà, marchi di qualità (Igp e Dop), commercializzazione, logistica e servizi. Il valore aggiunto prodotto nella Marsica deve restare in loco, appropriandosi delle funzioni di commercializzazione e trasformazione industriale, deve creare sviluppo ed occupazione in loco, dare lavoro ai giovani ed alle imprese in loco. A tal fine risulterà strategica la fase della programmazione che vedrà impegnata la nuova compagine regionale a guida Luciano D'Alfonso che, auspichiamo,  nei prossimi anni governerà la Regione,  in una logica che preveda sempre di più il coinvolgimento dal basso degli attori istituzionali locali, dei produttori e delle imprese”.

“Mi impegnerò decisamente – chiosa Di Pangrazio – affinché la Marsica possa farsi valere sui tavoli istituzionali ed acquisire la quota di investimenti che le compete, così come ricadute positive arriveranno dalle mie proposte di semplificazione delle procedure e dal rafforzamento delle competenze dei soggetti locali (Comuni, associazioni, imprese, ecc.) sotto l'impulso di una cabina di regia regionale chiamata a coordinare i vari interventi. Importante sarà il ruolo del Crab, per la ricerca nelle biotecnologie applicate al settore agricolo e la diffusione dell'innovazione alle produzioni fucensi. Importante sarà pure l'avviamento del Centro smistamento merci di Avezzano, un gioiello fermo da troppi anni, una struttura logistica fondamentale per lo sviluppo di un vero mercato agricolo, della borsa merci e la semplificazione delle operazioni di sgodanamento dei prodotti agricoli e trasformati”.

Il programma di Giuseppe Di Pangrazio è molto articolato, impossibile da sintetizzare in poche righe, e ricordiamo tra le altre proposte il rafforzamento dei  Poli di innovazione, intesi quali momenti di sintesi tra investimenti pubblici ed investimenti privati, nel quadro di progetti condivisi di crescita del territorio.

“Da anni – conclude Di Pangrazio – insisto sulla opportunità, anzi sulla necessità, che settore pubblico, università, ricerca ed industria privata  interagiscano attraverso specifici strumenti, quali ad esempio i dottorati, che rappresentano un vantaggio sia per il mondo della produzione sia per l’università.  Il nostro obiettivo è quello di far nascere ad Avezzano, al servizio della Marsica, una scuola di alta specializzazione al servizio della nostra agricoltura. Sul tema sta già lavorando un gruppo di lavoro che vede la partecipazione, tra gli altri, del Comune di Avezzano, delle Università di Teramo e dell'Aquila, del Crab e del Patto territoriale. Nel 2015 sarà avviato il primo corso di specializzazione in biotecnologie agroalimentari con specifico riferimento alle nostro produzioni. L’obiettivo generale resta quello di far diventare la ricerca di base sempre più competitiva e con ricadute industriali ma, d’altro canto, per far questo occorre che le aziende assegnino un ruolo prioritario alla ricerca e all’innovazione”.

Il salto di qualità dell'agricoltura marsicana -  è la sintesi del Di Pangrazio pensiero -    non avverrà da solo. Occorre un progetto di sviluppo regionale, che negli ultimi anni è del tutto mancato. E dentro questo progetto regionale, la Marsica deve ritagliare la propria specifica identità a partire dalla valorizzazione della filiera agroalimentare. Questo richiede il coinvolgimento di tutti gli attori locali: certamente un ruolo primario tocca alle istituzioni, ma la partita  della crescita chiama pure al gioco di squadra le associazioni di categoria, le università, le imprese, gli agricoltori. Nessuno escluso. Si può fare, dobbiamo farlo.

 

Severino Bastone


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