Politica 15:14

Il superamento degli squilibri tra la costa e la montagna cruciale per il nuovo Abruzzo

Giuseppe Di Pangrazio: “Il mio impegno prioritario sarà quello dello sviluppo delle aree interne"


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“Noto con piacere che Avezzano Informa dedica ampio spazio ai problemi delle aree interne, un tema del quale si parla sempre meno sui media, ma che invece è assolutamente cruciale rimettere al centro del dibattito politico ed amministrativo” - esordisce così Giuseppe Di Pangrazio ai microfoni di Avezzano Informa. Lo incontriamo in occasione di un dibattito sul rilancio della montagna, un tema da sempre presente nella sua attività politica e nel suo programma elettorale di candidato nella lista del PD per il rinnovo del Consiglio regionale d'Abruzzo.

 

“Le aree interne abruzzesi perdono sempre più posizioni, in termini di reddito ed occupazione, mentre la costa accelera. Gli ultimi dati statistici – dice Di Pangrazio - fotografano il crescente divario tra le aree costiere e la provincia dell'Aquila. Dopo cinque anni di Governo Chiodi, di politiche per la montagna a dir poco inefficaci, i divari sono ulteriormente aumentati invece di ridursi”.

 

Secondo il consigliere Di Pangrazio è mancato da parte del Governo regionale un modello di sviluppo del territorio che, per risultare efficace, deve valorizzare le tipicità locali, come la filiera agroalimentare e la posizione logistica baricentrica della Marsica. E' vero che le aree interne soffrono di problemi che vengono da lontano (come la mancanza di una ferrovia e di reti di telecomunicazioni efficienti), ma pure è vero che l'assenza di politiche regionali di riequilibrio territoriale hanno determinato una rottura all’interno del territorio che la “mano invisibile” del mercato sta sempre più accentuando. La crescita di Pescara come “località centrale”,  la sua veloce urbanizzazione, il depauperamento demografico delle aree interne, hanno ulteriormente accentuato tale frattura.

 

“Facciamo riferimento alla Marsica. Una illuminata politica regionale per le aree interne non potrà prescindere – continua Di Pangrazio - da un moderno adeguamento del sistema delle infrastrutture: potenziamento della ferrovia Avezzano/Roma, del centro smistamento merci, delle reti Internet e servizi. Il valore aggiunto prodotto nella Marsica, inoltre, deve restare in loco: le produzioni agricole devono essere commercializzate e trasformate da operatori locali, creando così ricchezza e lavoro nel territorio. Anche la dotazione di servizi deve essere potenziata. Non è accettabile il fatto che in molti piccoli comuni Internet, la rete delle reti su cui ormai viaggiano tutti i servizi, sia ancora priva della larga banda, rendendo così difficoltoso lo sviluppo di qualsiasi attività economica”.

 

E poi c'è la grande questione delle infrastrutture pesanti. “La dotazione infrastrutturale pesante, come ad esempio la ferrovia, resta un tema aperto che, da sola, la Regione non può affrontare. Il Governo Chiodi ha fatto poco, troppo poco, per le aree interne. Ma poco hanno fatto pure i governi degli ultimi anni. Da tempo mancano nella Marsica gli investimenti in opere pubbliche, fondamentali per la generazione di economie esterne per tutte le attività produttive, per promuovere il nostro ruolo quale località cerniera tra il Lazio e l’area adriatica, tra il Nord ed il Sud del Paese. Subito dopo il 25 maggio – si impegna Di Pangrazio – quello degli investimenti pubblici nel nostro territorio sarà un tema da affrontare immediatamente con il nuovo Presidente della Regione. Bisogna rendere attrattiva la Marsica potenziando le linee di collegamento con il bacino d’utenza che gravita intorno alla Capitale. E poi dobbiamo guardare ai nuovi mercati asiatici, per fare della Marsica un elemento logistico della porta d’Oriente, ovvero dei traffici Ovest/Est, da Roma all'Adriatico e di lì verso l'Est”.

 

E per le imprese? “Anche per le imprese, soprattutto per le piccole, è necessario potenziare la rete di servizi. In definitiva, la variabile relativa alle infrastrutture si concentra sulle iniziative che la Regione intende adottare in funzione del modello di sviluppo del nuovo Abruzzo che vogliamo” - conclude Giuseppe Di Pangrazio.

 

Votiamo bene, concludiamo noi, e mandiamo in Regione amministratori capaci. Eleggiamo amministratori attenti da sempre allo sviluppo delle aree interne e, soprattutto, allo sviluppo della Marsica. Non sprechiamo questa occasione di cambiare le cose.

 

Severino Bastone


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