Politica 06:00

Elezioni regionali ed elezioni europee

E' importante andare a votare. E votare per un deciso cambiamento


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La coincidenza, il 25 maggio, tra elezioni regionali ed europee ha fatto passare queste ultime quasi in secondo piano. Sbagliato. L'Europa è il nostro destino e la nostra casa comune, da soli non si va da nessuna parte. Il mondo è una rete, percorsa incessantemente da informazioni, flussi finanziari, uomini e merci, senza alcuna possibilità di creare barriere, di fermare le dinamiche economiche, di proteggersi dalle velocissime evoluzioni in atto. L'unione fa la forza. Cosa conterebbe il piccolo Abruzzo nei mercati globali? Nulla, semplicemente nulla. Ecco perché abbiamo bisogno di Europa, ma di un'Europa dei popoli e non delle banche. Occorre una svolta nelle politiche europee.

L’Europa deve creare le condizioni affinché in Europa vi sia maggiore crescita. Gli Stati nazionali hanno trasferito molti poteri all’Unione, senza che ci fosse un nuovo Stato europeo capace di esercitarli in sostituzione. Non abbiamo più una politica di bilancio, perché c'è il Patto di stabilità, non abbiamo una politica monetaria perché c'è la Banca centrale europea. Siamo in una situazione di limbo, in cui non si dispone più dei vecchi poteri di governo dell’economia, e nel contempo non sono nati ancora strumenti nuovi e sostitutivi. E mentre l’Europa procede con tempi inaccettabili alla costruzione delle istituzioni comuni, gli altri non stanno certo a guardare. Questo è il punto. L’Euro forte danneggia le nostre esportazioni proprio verso i paesi più ricchi, e contemporaneamente siamo esposti alla forte concorrenza dell’area asiatica e sud americana, dove la manodopera costa molto meno: dal tessile al calzaturiero, dal metalmeccanico all’elettronico, dal cuoio ai mobili, è drammaticamente evidente che dove entrano i paesi emergenti escono i nostri operatori. Non possiamo poi contare, come in passato, sulla locomotiva americana. La ripresa dell’economia Usa si traduce solo parzialmente in incremento delle nostre esportazioni, poiché la politica europea tiene troppo alto il valore dell’Euro, e quindi gli operatori americani trovano più conveniente operare con Cina e Brasile piuttosto che con Italia e Germania, dove il costo delle merci e dei servizi patisce dell’eccessivo rapporto di cambio Euro/Dollaro.

 

L’Europa deve reagire funzionando meglio, deve fare meno chiacchiere e più sostanza, affrontare la questione delle politiche commerciali comuni nelle sedi internazionali con una univoca posizione.


Bisogna difendersi pretendendo il rispetto delle regole da parte di tutti, ma difendersi non basta, né possiamo attendere che l’Unione europea funzioni, per poter competere sui mercati internazionali. Occorre agire subito per muoverci con maggiore disinvoltura nel mare aperto della competizione globale, investire di più nella ricerca e nella formazione, alzare il livello qualitativo delle nostre produzioni, spostarsi su servizi a valore aggiunto sui quali i paesi emergenti, per ora, non riescono a competere. Nella odierna “Società della conoscenza” la crescita del territorio è strettamente correlata alla disponibilità di servizi al sistema produttivo, come formazione, assistenza all'export, tecnologie della comunicazione, pubblica amministrazione efficiente e così via. In Abruzzo esistono isole di eccellenza produttive, come la Marsica che ha enormi potenzialità inespresse sull'agroalimentare o la Val Vibrata sul mobile di qualità. Lo sviluppo asiatico rappresenta per noi un rischio, ma anche un’opportunità, data l’eccezionale dotazione di capitale umano della nostra Regione. Soltanto in Cina vivono 400 milioni di persone ad elevato reddito, che sono potenziali clienti dei nostri prodotti: produzioni agroalimentari di nicchia, tessuti ed abbigliamento, legno e mobili, manifatture meccaniche ed elettroniche, e così via.


Ecco che si incrociano elezioni europee e regionali. Votiamo bene, per una nuova classe dirigente. Votiamo persone che hanno dimostrato con i fatti la loro attenzione per la Marsica e per l'Abruzzo. Votiamo per chi lotta da anni per aprire l'Interporto, far funzionare i depuratori, difendere le imprese, portare nella Marsica maggiori risorse. Votiamo per chi difende i nostri interessi sui tavoli nazionali, e non per chi ha fatto solo chiacchiere o peggio i fatti propri.


L’esperienza dimostra che il futuro è delle manifatture di qualità e dei servizi alle imprese. Questa è l’area dell’economia reale nella quale cresceranno ricchezza e lavoro, a condizione che la Regione individui le priorità di politica industriale nell’attuale “scenario asiatico” dell’economia internazionale, e gli imprenditori riscoprano la via del rischio, il gusto dell’investimento e della scoperta di nuovi mercati ed opportunità. Su questo terreno del locale/globale si sposano le elezioni regionali e le elezioni europee. Votiamo per cambiare la Regione e diventare tutti un po' più europei.

 

Severino Bastone


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