Politica

Infrastrutture strategiche per le aree interne

Giuseppe Di Pangrazio: “Cambiare la Regione per lo sviluppo delle aree interne”


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Siamo agli sgoccioli, domenica si vota. Nel suo incessante tour elettorale nella provincia interna, Giuseppe Di Pangrazio, candidato marsicano al Consiglio regionale (PD) ha toccato spesso il tema delle infrastrutture. Uno dei punti più dolenti, per le aree montane. L’Abruzzo interno soffre di un evidente deficit infrastrutturale, soprattutto per quanto riguarda le ferrovie, le reti energetiche ed i servizi avanzati di telecomunicazione. In molti piccoli centri marsicani mancano ancora servizi essenziali come l'ADSL (Internet ad alta velocità), e senza ADSL è difficile se non impossibile fare impresa e usufruire di molti servizi. “E’ mancata alla Giunta Chiodi – dice Giuseppe Di Pangrazio in un incontro a Celano – qualsiasi capacità di disegnare un modello di sviluppo dell’Abruzzo e, di conseguenza, la capacità di operare le coerenti scelte strategiche nelle politiche per le infrastrutture. Ho parlato spesso di un Governo regionale a metà, perché la Regione, negli ultimi cinque anni, ha guardato soltanto agli interessi della costa, dimenticando completamente le aree interne”.

 

Le infrastrutture sono funzionali al modello di sviluppo che la Regione intende attuare. Non ha senso attendere uno sviluppo industriale in un dato territorio per poi realizzare le necessarie opere di supporto, mentre invece avrebbe senso fare esattamente l’inverso: fare le infrastrutture per spingere lo sviluppo. “La mancata programmazione nelle scelte infrastrutturali ha determinato una situazione di forte squilibrio territoriale a favore dell'Abruzzo costiero. L'ultima grande opera realizzata nella Marsica è stata l'Autostrada, e parliamo di quasi 50 anni orsono – sottolinea Di Pangrazio. L'Interporto è chiuso, la ferrovia interna è in uno stato di quasi abbandono, le reti Internet sono obsolete ed inefficienti. Le infrastrutture sono essenziali per la Marsica, perché incrementano la competitività locale, per via del miglioramento della mobilità interna e dell'accessibilità dalle medie e lunghe distanze”.

 

Ed a questo punto Di Pangrazio snocciola il suo programma: “Sono quattro le linee di azione prioritarie sulle quali lavorare: il potenziamento e la messa in rete del sistema della mobilità. Strade, autostrade, ferrovia e nodi logistici, come l'Interporto, devono essere collegati ed integrati in un sistema intermodale di trasporto merci/persone. Poi lo sviluppo di modalità di trasporto via mare, con priorità per il potenziamento del porto di Ortona, per aprire alla Marsica la Porta di Oriente, ovvero l'export dei nostri prodotti agroalimentari verso l'Est europeo. Terzo, il miglioramento della ferrovia sulla direttrice Pescara-Avezzano-Roma, fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio. Infine, la banda larga: Internet veloce e servizi avanzati, senza i quali ormai si è fuori dal mondo civilizzato”.

 

Un programma concreto e lucido, quello di Giuseppe Di Pangrazio, che richiede un diverso governo regionale ed una nuova classe dirigente più vicina ai territori montani. “La provincia interna e la Marsica in particolare – afferma Di Pangrazio - non riescono più ad attrarre nuove aziende facendo leva sui bassi costi di produzione ed occorre ri-disegnare il modello di crescita puntando sui nostri vantaggi comparati. E’ questo il circolo virtuoso del futuro: la presenza di infrastrutture efficienti e di risorse umane di qualità potrà permettere alla Marsica di attrarre nuovi investitori e nuovi investimenti ad alto valore aggiunto. Bisogna rendere particolarmente attrattivo il nostro territorio, anche a fini turistici, attraverso il potenziamento delle linee di collegamento con l’enorme bacino d’utenza che gravita intorno a Roma ed a Napoli”.

 

In definitiva, il Di Pangrazio programma vuole armonizzare le politiche infrastrutturali con un modello di sviluppo regionale che metta al centro delle sue priorità la crescita delle aree interne. Occorre sottolineare un punto centrale, evidenziato più volte dal candidato: la politica per le infrastrutture risulta di grande impatto, per la crescita dei sistemi locali, a condizione di prevedere cooperazione tra i soggetti istituzionali coinvolti, a partire dai sindaci che conoscono le reali esigenze di ciascuna località. “Il vero elemento in grado di apportare concretamente valore aggiunto è proprio il territorio – conclude Di Pangrazio - che non deve più essere inteso alla Chiodi style come un passivo ed inerte ricettore di interventi, ma come primario attore ed attivatore dello sviluppo”. Il 25 maggio è vicino, speriamo bene. Per la Marsica, sempre.

 

Severino Bastone


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