Cronaca 14:26

PowerCrop, nessuno decida per noi del nostro futuro

Il M5Stelle marsicano rivendica il lavoro che ha spinto la Regione ad avviare il ricorso in Corte Costituzionale per bloccare il Decreto Competitività del Governo Renzi favorevole alla costruzione della centrale a Borgo Incile


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Il nodo PowerCrop continua a essere uno dei primi punti all’ordine del giorno nell’agenda politica marsicana. La netta contrarietà alla costruzione dell’impianto a Borgo Incile è sostenuta, oltre che dal comitato nato ad hoc, da una trasversalità di forze sociali e politiche che raramente hanno provato a fare squadra per raggiungere un obiettivo ritenuto di interesse generale. A onor del vero, nella Marsica ci sono esponenti politici allergici ai “no a prescindere senza se e senza ma”, sono una minoranza ma prima di sposare la causa del “no” vorrebbero capire meglio l’entità dell’impatto sul territorio di una mega centrale come quella PowerCrop.

 

Il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario alla realizzazione della centrale a biomasse di Borgo Incile, passa dalle parole agli atti: «Il consigliere regionale Gianluca Ranieri – fanno sapere i Gruppi 5 Stelle della Marsica – ha portato in Consiglio Regionale una risoluzione condivisa con tutti i consiglieri regionali eletti nella Marsica. Risultato: con le firme dei consiglieri marsicani dei diversi schieramenti e dei sei consiglieri del Movimento, la risoluzione è stata approvata all’unanimità».

 

Il risultato raggiunto è di rilievo perché impegna la Regione Abruzzo a fermare la costruzione della centrale a biomasse a ridosso del Fucino: «Grazie all'iniziativa del Movimento 5 Stelle, la Giunta Regionale dell'Abruzzo ha avviato, con delibera del 14 ottobre, un ricorso in Corte Costituzionale contro il Decreto Competitività del Governo Renzi – così nella nota dei pentastellati marsicani – Nel Decreto, poi convertito in Legge, è previsto il commissariamento per "interesse strategico nazionale" delle opere legate, come la centrale PowerCrop, alla riconversione del settore degli zuccherifici. Di fatto, si tratta di togliere al territorio la possibilità decidere se fare o meno la centrale, ignorando le competenze che la Costituzione Italiana affida alle Regioni. Il Governo Italiano non è nuovo a questi tentativi di far passare sopra la testa dei cittadini la realizzazione di opere inutili e dannose».

 

I 5 Stelle invitano gli esponenti abruzzesi del Partito Democratico e tutte le forze politiche che sostengono il Governo Renzi a chiedere le dimissioni del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti «per l’evidente situazione di conflitto di interessi. Viviamo ormai la situazione paradossale di esponenti politici che si dichiarano apertamente contrari alla centrale, mentre l'iter per la sua istallazione procede a grandi passi, probabilmente a causa di interessi che poco hanno a che vedere con il bene pubblico».

 

I gruppi marsicani del Movimento 5 Stelle, con i portavoce eletti e con i propri attivisti, si impegnano «in un'opera di informazione della cittadinanza sui motivi di contrarietà a questa opera che ha un rilevante impatto sopratutto sulla salute delle persone con tutto ciò che ne consegue anche in termini di spesa sanitaria regionale. La campagna di informazione sarà l'occasione per spiegare ai cittadini anche le nostre proposte per rilanciare l'occupazione attraverso il sostegno ad economie nuove, sostenibili e durature legate a quelle qualità e specificità del territorio che il progetto Power Crop mette a serio rischio». 

 

“Centrale si” o “Centrale no” appare evidente che il Governo non può prendere decisioni d’autorità da Roma riguardanti l’economia, l’ambiente e la salute dei cittadini che abitano in quel territorio senza ascoltarne le ragioni e le proposte alternative. Soprattutto quando le forze politiche e sociali, insomma i cittadini, sono organizzati nel chiedere di decidere loro stessi il futuro delle zone nelle quali vivono.

 

Direttore


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