Cronaca

Un processo di ristrutturazione per la stampa abruzzese

Il presidente dell’Odg Pallotta nel corso dei funerali dell’informazione abruzzese: “La chiusura de ‘Il Tempo’ è un primo tassello e presto ne verranno degli altri che ci faranno preoccupare molto”


giornalismo ok.jpg

La preghiera del mattino dell’uomo moderno è la lettura del giornale. Ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico”. Questo è quanto sosteneva Hegel a inizio Ottocento, parlando di giornalismo. Oggi, a sentire le parole del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Regione Abruzzo, Stefano Pallotta, viene quasi da chiedersi quanto tempo ancora potrà durare, da noi, questa preghiera quotidiana.

 

Pallotta, nel corso dei “funerali dell’informazione abruzzese” per la chiusura dell’edizione Abruzzo e Molise de “Il Tempo”, ha infatti dichiarato che questo è solo l’inizio di un più ampio “processo di ristrutturazione” nella nostra regione. Il presidente ha quindi invocato un intervento politico e istituzionale per far divenire strategica la questione dell’informazione, così come sono strategici altri settori in crisi, sottolineando anche la necessità di una legge di sostegno all’editoria online che attinga alle risorse dell’Unione Europea. «Non è una battaglia corporativa, ma di civiltà» ha spiegato il presidente, ammonendo che «la chiusura de “Il Tempo” è un primo tassello e presto ne verranno degli altri che ci faranno preoccupare molto».

 

Il vecchio mondo della carta stampata sta morendo così, sotto la velocità e l’immediatezza del nuovo universo virtuale e con l’evidente “omissione di soccorso” di chi non riesce a capire quale vuoto incolmabile stia lasciando. Quello della libera circolazione di idee, dell’approfondimento, della riflessione, del commento, del confronto, della preziosa cornice che contorna il quadro, ma, soprattutto, di ciò che Joseph Pulitzer definiva la corte suprema di ogni giornalista: un’opinione pubblica bene informata, a cui “ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori di un governo”.

 

Maria Caterina De Blasis