Attualità 06:00

Ieri le celebrazioni per la festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

Gli studenti del Liceo Classico di Avezzano affacciati alla finestra per applaudire il corteo


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AVEZZANO. Tutta la Marsica ha celebrato ieri la festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, la giornata che ricorda la fine della Prima Guerra Mondiale, all’indomani dell’armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918, che sancì la fine delle ostilità tra l’Impero austroungarico e l’Italia, alleata allora della Triplice Intesa.

 

La pioggia e il maltempo non hanno fermato la manifestazione di Avezzano a cui hanno partecipato anche tanti studenti, accompagnati dai loro professori e dirigenti scolastici, ringraziati poi dal sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio, durante il suo discorso sotto la pioggia battente. Molti ragazzi del Liceo Classico che non hanno partecipato alle celebrazioni, durante il passaggio della sfilata, si sono affacciati alle finestre delle proprie aule e hanno applaudito il corteo, a dimostrazione della consapevolezza dell’importanza di una festività che non deve essere solo commemorazione, ma anche insegnamento. La festa nazionale del 4 novembre, infatti, l’unica celebrata prima, durante e dopo il ventennio fascista, è stata istituita per ricordare tutti coloro che, anche giovanissimi, sacrificarono la vita per compiere e difendere la propria patria.

 

«Gli studenti del Liceo Classico si sono affacciati alle finestre dell’istituto per applaudire il passaggio del corteo. Questo significa che c’è bisogno di speranza e di energia positiva per i nostri giovani. Ogni tipo di guerra» ha commentato Di Pangrazio nel suo discorso davanti al monumento ai caduti «sia quella combattuta con le armi che quella fatta di scontri verbali ed insulti, produce solo sconfitti». «Oggi» ha aggiunto il primo cittadino «festeggiamo anche e soprattutto le Forze Armate, che nella nostra Repubblica sono dedicate alla sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale. Oggi siamo qui per ringraziare ed onorare i caduti di tutte le guerre e per non dimenticare il loro sacrificio».

 

Di Pangrazio ha lanciato anche una sferzata ai giornalisti che tendono a «raccontare sempre gli aspetti negativi delle Istituzioni e delle Forze armate». «Gli uomini che hanno scelto di dedicarsi alle Forze armate e alle Istituzioni» ha concluso «pongono la loro persona e le loro azioni a difesa del prossimo e del bene comune e vanno rispettati e difesi».

 

Si ricerchino, allora, tra le pagine dei giornali e gli eventi del quotidiano, per difenderle e rispettarle, le storie di chi opera per la pace, garantisce la sicurezza e tutela la salute di tutti i cittadini, antepone il bene comune al proprio interesse, perché ispirato dall’altruismo e dall’onestà, a servizio dell’equità, della giustizia e del rispetto di tutti gli uomini. (Mc.dB.)