Cultura 06:10

La presentazione del libro di Natalia “Il giornalista con la cravatta rossa”

La storia di Berardino Villa tra socialismo, impegno e passione, alla vigilia del centenario del terremoto del 1915


sergio apertura.jpg

AVEZZANO. Tantissime le persone che, ieri pomeriggio, nella sala convegni dell’ex Arssa hanno partecipato alla presentazione del nuovo libro di Sergio Natalia, “Il giornalista con la cravatta rossa. Berardino Villa nella Marsica di inizio Novecento”.

 

I lavori, coordinati da Giovanni De Blasis, sono stati aperti dal saluto di Eliseo Palmieri che ha dato il benvenuto a nome del sindaco di Avezzano. Subito dopo, gli interventi di Maurizio Di Nicola, consigliere regionale e del presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. «Ieri come oggi» ha evidenziato il presidente «dalla Valle Roveto arriva un contributo essenziale all’intera Marsica. Ieri con Berardino Villa, oggi con il mondo delle associazioni, come testimonia l’Associazione Culturale “Il Liri”, il cui nome è ispirato proprio da una rivista fondata da Villa, che parte dalla Valle Roveto, ma si estende ad Avezzano, allora come oggi città guida della Marsica».

 

È stato poi il turno di Giovanni Tavano, amministratore delegato di Carsa, la casa editrice che ha pubblicato il libro. Tavano ha lodato l’opera di Natalia come un lavoro di grande qualità, soprattutto nella metodologia. Rispondendo poi ad una domanda del dottor De Blasis, ha parlato della crisi dell’editoria rivelando che il settore dei grandi volumi, quello per cui 34 anni fa era nata la casa editrice pescarese, dal 2008 ad oggi, ha perso l’87% del mercato. «I libri venduti a più di 20 euro» ha amaramente sottolineato l’amministratore «vengono venduti pochissimo e, in Italia, i lettori sono molti meno degli scrittori». «Fare questo mestiere oggi» ha concluso «è più che altro un’adesione filosofica. Per me, però, ogni presentazione di un libro, e questo è il 753esimo, è come un battesimo».

 

«La crisi dell’editoria» il commento di De Blasis «è un grave danno per la cultura nazionale. Una crisi che va considerata come un serio allarme anche dalla politica». «La presentazione di un libro» l’inizio del suo intervento «deve sempre essere una gioia e, oggi, lo è ancora di più dal momento che l’autore è un esponente della nostra comunità». De Blasis ha poi tracciato la figura di Villa, nato a Civitella Roveto nel 1882, precursore della modernità con la sue lotte laiche, femministe, antimilitariste. Un giornalista quasi visionario che preconizzava gli stati uniti d’Europa, lottava per la questione morale e si dichiarava nemico del capitalismo, del trono, dell’altare e della spada.

 

Un ispiratissimo ed energico Raffaele Colapietra ha invece collegato il libro di Natalia all’imminente centenario del terremoto del 1915, durante il quale perse la vita, a soli 33 anni, lo stesso Villa, definito dal professore come «personaggio tardoromantico e individualista». «Il 13 gennaio 2015» ha incalzato Colapietra «non deve essere solo una data del calendario, ma un vero e proprio giorno storico e non solo per la Marsica, ma per l’Abruzzo intero». L’importante anniversario deve essere visto, quindi, come una sorta di cartina al tornasole che farà comprendere com’è la Marsica cento anni dopo. Il professore ha poi lanciato diversi spunti per possibili ricerche e studi futuri, dal risorgimento di Avezzano che, a un anno dal sisma, già contava 10 mila abitanti, ottomila dei quali forestieri, alla figura di Camillo Corradini.

 

«Mi sono appassionato a questo personaggio» la chiosa di Natalia che, emozionato, ha ringraziato tutti i presenti «perché, a soli 19 anni, aveva una sorprendente vivacità culturale ed era portatore di una reale istanza di cambiamento». L’autore ha poi anticipato parte di quello che il lettore troverà nel libro, soffermandosi, soprattutto, sulla storia della Marsica di inizio Novecento e, in particolare, sulla storia della sinistra marsicana, con l’epopea del socialismo che nasce tra i contadini del Fucino e tra gli operai dello zuccherificio, sino al tragico sisma che “decapitò” un’intera classe dirigente.

 

Maria Caterina De Blasis

 

 

FOTO SEVERINO ALESSANDRO