Cronaca 06:15

Allevatore protesta sotto casa del presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo

Carraro: “Ritengo gravissimo che in un paese civile funzionari pubblici ricevano pressioni nella sfera delle proprie abitazioni”


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PESCASSEROLI. Dopo la protesta dell’allevatore Giuseppe Tatangelo, che si è recato a Pescara, sotto casa del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise accusando l’Ente di voler far scomparire gli allevatori dal Parco, arriva la risposta della presidenza del Pnalm.

 

«Anche se siamo abituati alle ricorrenti proteste del Tatangelo, il quale, non a caso, ha ricevuto un provvedimento amministrativo dell’autorità che gli impedisce di mettere piede a Pescasseroli» commenta Antonio Carraro «la vicenda non può essere derubricata a episodio folcloristico e merita di essere chiarita».

«Nessuno nel Parco vuole far scomparire gli allevatori» la risposta del presidente «tanto è vero che la maggior parte di essi sa bene che grazie alla presenza del Parco riesce ad avere i rimborsi per danni da fauna selvatica con certezza e celerità, al contrario di quanto accade nei territori fuori Parco. Il Parco ha un sereno rapporto con la maggior parte degli allevatori con i quali esiste un confronto continuo, inoltre gli allevatori rispettosi delle regole sono benvenuti nel Parco, perché aiutano l’Ente a presidiare il territorio e a realizzare attività compatibili con la conservazione in tutte le aree nelle quali è possibile».

 

«Il signor Tatangelo» prosegue Carraro «non è tecnicamente un allevatore del Parco in quanto l’attività della signora Fiorella Silo, intestataria dell’allevamento, si svolge al di fuori del territorio del Parco e le predazioni da fauna selvatica denunciate dall’allevamento della Silo si riferiscono tutte ai Comuni di Trasacco, Ortucchio e Collelongo che, notoriamente, non sono nel Parco d’Abruzzo ma fanno parte del territorio in Zona di Protezione esterna».

 

Il presidente del Parco, qualche tempo dopo il suo insediamento, ha incontrato Tatangelo impegnandosi a garantire i pagamenti degli indennizzi per i quali Silo, a norma del regolamento, aveva diritto. La donna ha così ricevuto come indennizzo per danni da lupo e da orso, accertati nella zona di protezione esterna del Parco, la somma di 13mila e 200 euro nel 2012, di 12 mila e 300 euro nel 2013, oltre ai 10 mila euro per il 2014.

 

«I mancati risarcimenti lamentati dal Tatangelo» aggiunge il presidente del Pnalm «si riferiscono a predazioni avvenute fuori della zona di protezione esterna, a predazioni in territori nei quali, in assenza di una regolare autorizzazione, il pascolo è da considerarsi abusivo e, infine, a presunte predazioni da lupo e da orso che il personale del Parco non ritiene tali. Al di là dei chiarimenti nel merito, dai quali come Ente pubblico non possiamo esimerci, ritengo gravissimo che in un paese civile funzionari pubblici, che provano a fare solo il proprio dovere, ricevano pressioni nella sfera delle proprie abitazioni con comportamenti che assumono il carattere dell’intimidazione, minando la serenità e la tranquillità di contesti familiari».

«Tra le tante forme di tutela dei cittadini» conclude Carraro «non è prevista la pressione e l’intimidazione dei funzionari pubblici che devono poter svolgere il proprio lavoro in tranquillità e coscienza. Mi aspetto che il prefetto e le forze dell’ordine intervengano per evitare che si ripetano simili episodi».

 

Redazione Avezzano Informa