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94 anni per Malvestuto, ultimo sopravvissuto degli ufficiali della “Brigata Maiella”

Il partigiano: “Ho seminato con tanti compagni che ora purtroppo non ci sono più. Continuerò a farlo, soprattutto incontrando i giovani”


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A pochi giorni dall’importante anniversario del 70° della Liberazione, ha compiuto gli anni, 94, il partigiano Gilberto Malvestuto, ultimo sopravvissuto degli ufficiali della “Brigata Maiella”.

 

Di seguito riportiamo la nota a lui dedicata, scritta da Domenico Logozzo, già Caporedattore del TGR Rai:

 

“Gilberto Malvestuto, 94 anni spesi per la Libertà. Giorni di ricorrenze storiche per il partigiano di Sulmona. Due felici anniversari. Giovedì 16 aprile l’apprezzamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’Aula della Camera dei Deputati, in occasione della cerimonia di commemorazione del 70° anniversario della Liberazione. Venerdì 17 aprile decine di telefonate e messaggi di auguri per il 94esimo compleanno. Gilberto Malvestuto è l’ultimo sopravvissuto degli ufficiali della mitica Brigata Maiella. «Stringendomi la mano il presidente Mattarella si è compiaciuto per quanto abbiamo fatto per la Liberazione dell’Italia».

 

Intanto altri prestigiosi riconoscimenti saranno consegnati nei prossimi giorni a Malvestuto. Il 22 aprile a Roma sarà tra i 12 partigiani che riceveranno la ‘Medaglia d’oro della Liberazione’ dell’Anpi. Sei giorni dopo il comune di Sulmona gli consegnerà il ‘Sigillo d’Oro’, un riconoscimento che viene assegnato a quanti hanno onorato la città di Ovidio. Un meritato riconoscimento ad un uomo che con coraggio ha combattuto per la libertà. L’umiltà è un’altra delle sue grandi doti. «Un giornalista mi ha intervistato poco fa, definendomi ‘leggendario comandante partigiano’. Gli ho detto che ho fatto soltanto il mio dovere, che ho fatto la cosa giusta, lottando e rischiando la vita con altri per la libertà dell’Italia».

 

La libertà, un bene prezioso. Da difendere. Una conquista pagata a duro prezzo. Tante giovani vite sacrificate. Ed è ai giovani che Malvestuto si rivolge frequentemente. Li incontra nelle scuole. Ricorda spesso che «la scuola ha una funzione importante per l’affermazione dei valori della Resistenza». E nel giorno in cui spegne 94 candeline promette: «Continuerò a tenere accesa la ‘fiammella’ del ricordo finché ne avrò la forza».

 

Tante battaglie, lutti e dolori, quindi la grande gioia: «Quando il 21 aprile 1945, con le Sezioni mitraglieri della Compagnia Pesante della Brigata Maiella al mio comando, entrai a Bologna, tra le primissime truppe liberatrici alleate, insieme ai fucilieri della prima Compagnia agli ordini del sottotenente Laudadio. Una enorme folla di cittadini ci accolse osannante perché era terminato per loro l’incubo che toglieva il respiro, di una terribile occupazione nazifascista che, nella città felsinea, aveva seminato terrore e morte. Ancora oggi, nel lago dei miei ricordi di quel tempo ormai lontano, rivedo il restante territorio emiliano, al di là del fiume Reno, che fu anche teatro della nostra attività bellica successiva alla liberazione di Bologna: un territorio anch’esso violentato e martoriato durante la Resistenza da un nemico che, rinnegando le più elementari leggi dell’umanità, vi trucidò donne, vecchi e bambini innocenti. Siamo tornati più volte come reduci della ‘Maiella’ a Brisighella, a Marzabotto, a Bologna e in altre località collegate alla nostra storia di liberazione, per tuffarci sempre nel calore e nella cordialità di quelle meravigliose genti emiliane-romagnole, in cui ha sempre palpitato un’anima generosa, un cuore aperto a ogni esigenza di pace, di progresso, di giustizia».

 

Una pagina di storia che è sempre opportuno rileggere. «È scarsa in molte regioni del Sud l’attenzione della scuola, mentre al Nord c’è maggiore interesse» osserva criticamente. E sottolinea che anche il mitico comandante Ettore Troilo riteneva necessario coinvolgere il mondo della scuola per non disperdere la memoria del glorioso passato. «Ricordo l’enorme soddisfazione di Troilo quando una trentina di anni fa Aldo Aniasi scrisse a tutti i Capi d’Istituto invitandoli a rivalutare la Resistenza. Non far inaridire il seme prezioso della libertà. Ho seminato con tanti compagni che ora purtroppo non ci sono più. Continuerò a farlo, soprattutto incontrando i giovani. La libertà è un patrimonio immenso, da difendere, con ferma determinazione»”.

 

Redazione Avezzano Informa