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Adunata Alpini, 10 ore di sfilata e un fiume di penne nere

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L’AQUILA. Terminata l’entusiasmante tre giorni dell’88esima adunata degli alpini in armi e in congedo. Tre giorni in cui il capoluogo abruzzese è tornato a volare grazie alle migliaia di penne nere che hanno animato le strade dell’Aquila purtroppo ancora ferite dal sisma del 2009.

 

La sfilata conclusiva di ieri alla presenza del Ministro della difesa Roberta Pinotti, durata ben dieci ore e salutata dalle tantissime persone presenti, si è aperta con la fanfara della Brigata Alpina Taurinense, seguita dal comandante di reggimento Massimo Iacobucci e da due delle compagnie storiche del Battaglione Alpini L’Aquila, la 143 e la 108 che si guadagnarono l’onore delle armi in Russia. In corteo anche la bandiera di guerra del IX Battaglione.

 

Tra le tante testimonianze raccolte in occasione di questa 88esima adunata, al termine della quale è stato passato il testimone ad Asti, una delle più toccanti è stata quella dell’alpino Valentino Di Franco, 96enne di Isola del Gran Sasso, uno dei pochissimi reduci della campagna di Russia. «Oggi ci troviamo in una città che ha subito non una guerra, ma la volontà del Padreterno. L’Aquila è perita, ma risorgerà» il suo commento emozionato. «Ricordo che a Napoli, alla scuola militare Nunziatella» ha concluso Di Franco «un colonnello disse che al suo ritorno dalla Russia trovò l’Italia ridotta in macerie. Ecco, L’Aquila oggi è così, ma col tempo risorgerà e risorgeranno anche gli alpini».

 

Redazione Avezzano Informa