Attualità 06:10

Seduta solenne Centenario Grande Guerra. Di Pangrazio "Come imparare la pace?"

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L'AQUILA. “Non c’è paese, frazione, borgo d’Italia che non sia stato segnato dal sacrificio di un caduto nella grande guerra, simbolo di una generazione sradicata dai luoghi comuni di vita e che ha vissuto giorni, mesi, anni in una lontana regione della Penisola. A noi che guardiamo i monumenti ai caduti, in piazze e viali, è rivolto, allora, un appello pressante: come imparare finalmente a fare la pace?".

 

E’ questa la domanda che il  presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio, durante il proprio discorso, ha posto alla solenne Assemblea, facendo memoria di quel giorno in cui anche il popolo italiano fu coinvolto nel conflitto che già da un anno aveva infiammato il vecchio continente.

 

Un discorso appassionato, durante la seduta di ieri mattina, dedicato al centenario dell'netrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale. 

 

Ai lavori hanno partecipato il Presidente emerito del Senato Franco Marini, che ha ricordato come “la cerimonia di oggi non sia un’occasione per celebrare una guerra, bensì per ricordare i milioni di caduti che hanno combattuto in quel conflitto, di cui in pochi avevano compreso quali potessero essere le drammatiche conseguenze, in termini di perdita di vite umane, che avrebbe prodotto”.

 

La ricostruzione del quadro storico e politico dell’epoca è stata affidata allo storico Enzo Fimiani, che ha ripercorso anche il dramma umano dei soldati chiamati al fronte. Una tragedia raccontata in alcune lettere, scritte ai loro familiari da militari abruzzesi, che sono state lette in Aula dagli attori Luca Serani e Matteo Di Genova, accompagnati da brani eseguiti all’arpa dalle studentesse del liceo musicale dell’Aquila. 

 

Redazione Avezzano Informa 


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