Cultura 15:10

Venti grammi d'argento, una storia piccola e grande

Venerdì 12 giugno alle 18 la presentazione del libro nella Sala Consiliare del Comune di Avezzano


Erberto Mascioli venti grammi d'argento.JPG

AVEZZANO.  Credevo sarebbe stato più semplice.

 

 In fondo dovrei solo dare la notizia della pubblicazione di un libro, scriverne il titolo, l’autore e raccontarne un po’ la trama. Invece leggendolo lo ho amato così tanto e così subito che decido di eludere le ferree regole imposte dal nostro Direttore facendo del libro che sto per presentare un piccolo punto di orgoglio anche per il nostro Giornale.

 

“Venti grammi d’argento”, questo il titolo del libro scritto da Luigi Salucci, Direttore di Avezzano Informa, edito da Valletta Edizioni, che verrà  presentato domani alle 18 nella Sala Consiliare del Comune di Avezzano.

 

Una storia semplice e dolorosa, commovente  e necessaria, un libro di quelli scritti per ricordare e preservare la memoria di persone, storie, immagini e vicende che appartengono ad ognuno di noi e che hanno influenzato, cambiandola per sempre a nostra insaputa, anche la nostra storia personale.

 

Un libro che intreccia sapientemente e profondamente la Storia degli anni lontani e terribili dell’ultima Guerra con quella di un soldato, un Alpino, strappato come tanti altri, e come tanti altri dimenticato, alla sua vita semplice e tranquilla di ragazzo da una guerra della quale non sa quasi nulla.

 

Attraverso i ricordi dei suoi familiari, le cartoline e le lettere che lui stesso inviava dal fronte, la commozione ancora viva negli occhi appannati dagli anni e dalle  lacrime dei suoi amici di infanzia e le sue sbiadite fotografie appartenenti a un’epoca dimenticata e disgraziata,  il libro ripercorre le vicende della Campagna italiana in Russia durante la seconda guerra mondiale  in cui perse la vita l’intero corpo di spedizione.

 

Un libro gelido del ghiaccio sul Don, del freddo che ruba lavoro ai proiettili uccidendo migliaia di soldati, un libro che si legge tutto d’un fiato fino alle ultime sei gelide parole, di quelle  che ghiacciano il sangue nelle vene.

 

Un racconto genuino e solenne, come lo ha definito il Colonnello  Massimo Iacobucci, Comandante del 9° Reggimento Alpini L’Aquila, che ha curato la prefazione del libro, in cui da ogni pagina arriva prepotente il sapore della terra, del sangue e della polvere da sparo, di lacrime, paura, dolore e infinito coraggio.

 

Locandina libro Salucci.jpgUn coraggio poi premiato in un giorno simbolico, in una data spesso  ricorrente nella storia personale del protagonista del libro, Erberto Mascioli.

 

La vicenda si snoda infatti anche attraverso il rincorrersi di date e numeri, di coincidenze e casi in cui si intravede  la promessa non scritta, la speranza  mai neanche sussurrata di migliaia di sconosciuti soldati, ma arrivata indenne fino a noi, fino all’autore, scelto “a caso”  tra i compaesani di Erberto perché sottraesse al tempo ed al silenzio la storia di uno di loro. La nostra storia.

 

Il tutto si svolge tra il freddo assassino delle colline in Russia e il lento scorrere della vita nel Paese originario di Erberto, Collelongo, dove ancora vivono la sua famiglia e i suoi amici, un Paese ordinato e tranquillo, forte ed orgoglioso, freddissimo e pieno di calore.

 

Un Paese che è anche il mio, dove ho lasciato un pezzetto del mio cuore e che da oggi ha anche per me una casetta in più da visitare, una vecchietta con cui parlare e la memoria di un soldato, un Alpino, da preservare.

 

In molti non credono al caso, per tanti non esistono le coincidenze, per cui forse è solo un altro inspiegabile, piccolo particolare che l’ultima parola, dell’ultimo capitolo del libro e di questo articolo sia proprio Collelongo.

 

 

Fabiana Di Fabio