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Approfondimento di Meteorologia: cosa aspettarci dall’inverno?

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AVEZZANO. Nel nuovo approfondimento di Meteorologia, una serie di ipotesi riguardanti l'andamento della circolazione atmosferica durante la stagione invernale.

 

L'Inverno, nonché parte dell'Autunno, potrebbero essere caratterizzati da un’alternanza tra fasi insolitamente miti e piovose, sulle quali prevarranno, specie durante la stagione invernale, periodi molto freddi e nevosi, per via de El Niño, il quale è un modificatore della direzione di provenienza dei venti Alisei, innescando, in questo modo, importanti mutazioni anche della circolazione atmosferica globale, che potrebbero cambiare il moto e la direzione delle irruzioni d'aria di origine artica. Tuttavia, il Mar Mediterraneo, è molto caldo rispetto alla norma, poiché il fenomeno climatico de El Niño, ha fatto sì che una struttura di alta pressione in quota di matrice Subtropicale, desse un ulteriore apporto nord-africano all’Estate mediterranea, consentendo alle acque superficiali del Mar Nostrum e dei suoi bacini, di assorbire la quantità di energia termica e, poiché l’acqua è un fluido che ha un’elevata capacità termica, sono divenute più calde della norma, in particolar modo i bacini meridionali, che rappresentano una decisa anomalia rispetto alla media stagionale.

 

Il rilascio d’aria calda all’interno dell’atmosfera avviene progressivamente, perciò, durante l’Autunno e l’Inverno, le perturbazioni atlantiche che entrerebbero facilmente sul nostro stivale grazie alla dinamicità dell’Anticiclone delle Azzorre nel destreggiarsi sull’Oceano Atlantico, le cui acque più fredde dei settori settentrionali attireranno la sua azione mitigatrice d’aria più calda Subtropicale, avranno molta energia a disposizione, intensificando la loro portata. In effetti, il complesso carattere orografico del nostro stivale, permette, ogni qualvolta che un’intensa perturbazione nord-atlantica ha un ingresso molto più favorevole, di generare depressioni (quali ad esempio bassa pressioni orografiche), le quali, traslando verso est e seguendo le orme del flusso zonale, potrebbero richiamare venti di Scirocco molto più caldi e umidi (azione indotta da El Niño, riscaldamento delle acque del Pacifico meridionale), perché i venti meridionali verrebbero a scorrere su di un mare anomalmente caldo, catturando umidità come se fossero spugne, nonché la loro temperatura più alta, indurrebbe una maggiore assorbenza, conferendo lo sviluppo di celle temporalesche particolarmente intense all’interno delle perturbazioni o alimentando le nuvole cumuliformi e nembostrati di cui fanno già parte, tutto ciò assegnerà più energia ai fenomeni atmosferici, evidenziando la frequenza dei nubifragi e/o alluvioni, poiché i cumulonembi scaricherebbero precipitazioni molto copiose, nonché avrebbero carattere autorigenerante. El Niño, inoltre, non potrebbe consentire costanti apporti nord-africani com’è accaduto d’Estate, tutto per via della fine del Solstizio d’Estate e l’avvicinarsi del Solstizio d’Inverno, cosicché l’ITCZ elevato andrebbe a scemare mediante una riduzione dell’insolazione in prossimità del Tropico del Cancro.

 

In questo modo, il comparto euro-mediterraneo sarà interessato solo fugacemente da un promontorio di matrice Subtropicale e, le masse d’aria molto fredda di origine polare che scivolerebbero lungo i bordi orientali di un Anticiclone delle Azzorre con il suo braccio teso verso nord-ovest del continente, tra gli innumerevoli fattori sempre a causa de El Niño, avrebbero a disposizione anche forti contrasti termici, responsabili delle abbondanti nevicate invernali. L’Autunno e l’Inverno, potrebbero essere sfaccettati, a tratti molto miti e temporaleschi, nonché, ripeto, decisamente composti da fasi fredde e nevose, quest’ultime prevarranno perché, il riscaldamento delle acque del Pacifico meridionale, permetterà all’Anticiclone delle Azzorre, di trasportare aria decisamente più calda all’interno della colonnina d’aria presente sul Circolo Polare Artico, cosicché si avrebbe un ulteriore disturbo del Vortice Polare, ampia depressione in quota che regola le gelide masse d’aria, le quali, ruotano intorno ad esso durante la stagione invernale (AO - Artic Oscillation e OPI – October Pattern Index, sono alcuni indici tele-connettivi, ai quali darò uno sguardo per poter stilare ipotesi che andrebbero a trovare la loro concretizzazione). Le acque più fredde dell’Atlantico settentrionale è come se fossero una calamita, potrebbero attirare l’Anticiclone delle Azzorre, consentendo al promontorio di trasportare masse d’aria più mite verso il Circolo Polare Artico, cosicché, oltre all’ingresso delle perturbazioni nord-atlantiche, sull’Europa centrale, centro-orientale e sul Mediterraneo, giungeranno masse d’aria molto fredda di origine artica.

 

El Niño, dunque, eserciterà la sua influenza sullo scacchiere euro-mediterraneo, contrastando, allo stesso tempo, con un’anomalia facente capolino ad un Oceano molto più vicino all’Europa, essendo le sue acque superficiali a rappresentare un’anomalia negativa soprattutto sui settori settentrionali, ove il rallentamento della Corrente del Golfo indotto dall’ultimo anomalo scioglimento dei ghiacci artici avvenuto intorno alla Groenlandia, tende ad aiutare le acque nell’essere sempre più fredde, accrescendo, contraddittoriamente alle cause del riscaldamento globale, le dimensioni del pack artico; in effetti, tale potrebbe anche innescare il fenomeno opposto, tant’è caotico il sistema atmosferico. Attenzione, non sto cercando di affermare, da appassionato meteo, una nuova era glaciale, ma un clima che, entro quest’ultimi 20-30 anni, confermerà un’estremizzazione.

 

 

Riccardo Cicchetti


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