Attualità 05:24

Abruzzo, Cgil: salari bruciati dalla crisi. "Necessario un rilancio degli investimenti"

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AVEZZANO. In Abruzzo sono state quasi 16 milioni (15.753.809) le ore complessive di cassa integrazione autorizzate dall'Inps nel periodo gennaio-settembre 2015, un numero inferiore a quello dello stesso periodo dell’anno scorso (24.244.91), tale che nella nostra regione le ore di cassa integrazione sono scese finora del 35,02%.

 

La notizia arriva dalla segreteria della Cgil Abruzzo che comunica come nelle varie province abruzzesi, in particolare, sino a settembre di quest’anno la riduzione più modesta della cassa integrazione si è avuta in provincia dell'Aquila (-10,32%), che ha registrato anche il maggior numero di ore autorizzate dall’Inps (4.919.710), seguita da Teramo (4.733.009 ore), Chieti (3.847.384) e Pescara (2.253.706). Inoltre i lavoratori con posizioni a zero ore sono stati 10.090, mentre quelli coinvolti oltre 20.000.

 

Dall'inizio del 2015 dunque l’Abruzzo ha perso circa 70 milioni di salari, poiché ogni lavoratore in cassa integrazione vede il suo assegno ridursi mediamente di circa 650 euro al mese, e ciò per effetto del tetto massimo previsto dalla legge sulla indennità. Il che vuol dire, in concreto, che dall'inizio della crisi (2008) ad oggi la regione ha perso salari per oltre 900 milioni di euro.

 

Sempre nel periodo gennaio-settembre 2015, gli abruzzesi che hanno beneficiato degli ammortizzatori sociali (esclusi i lavoratori agricoli) sono stati 43.394, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso furono 46.080, con una diminuzione a livello regionale -5,8%. In questo caso tuttavia la Provincia dell'Aquila ha avuto un aumento delle persone coinvolte dagli ammortizzatori sociali (+5,3%) insieme a Pescara (+1,7%) e contrariamente a Chieti -14,6 e Teramo -10,8%.

 

Dall'insieme dei dati esposti da Cgil Abruzzo emerge con evidenza che la Regione sta uscendo dalla crisi con lentezza, e che al suo interno le varie province reagiscono diversamente: quella dell'Aquila ha minore capacità di agganciarsi alla ripresa, quella di Chieti può giovarsi di una struttura produttiva fortemente orientata alle esportazioni e manifesta segnali positivi, la provincia di Pescara incontra seri problemi a causa di struttura economica basata sul settore terziario (molto in difficoltà), mentre Teramo registra finalmente i primi segnali di un’inversione di tendenza.

 

Sono numeri che dimostrano ancora una volta come siano urgenti scelte che favoriscano la ripresa dello sviluppo. "La giunta regionale in particolare deve mettere al centro dell'iniziativa politica il lavoro attraverso un deciso rilancio degli investimenti" concludono dalla Cgil "a partire da quelli previsti dal Masterplan e dalla programmazione 2014-2020, individuando nel contempo strumenti in grado di sostenere la domanda interna della regione - i consumi degli abruzzesi - anche perché la domanda esterna (l’export) da sola non è sufficiente a rilanciare lo sviluppo e l'occupazione".

 

Redazione Avezzano Informa 


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