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Antenna nel campo ferroviario, Di Bastiano: “L’area resti com’è da oltre un secolo”

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AVEZZANO. «Signor Sindaco, l’attuale campo dei ferrovieri, alla ribalta della cronaca in questi giorni per fatti non positivi per l’intera collettività, a mio modesto avviso ha tutte le caratteristiche per essere classificata area demaniale a uso civico sociale, infatti, l’attuale campo dei ferrovieri fin dal terremoto del 1915 fu individuato come area, dove impiantare le baracche provvisorie, una è ancora presente in via Gioia, destinate ad accogliere i sopravvissuti alla tremenda tragedia». Inizia così la lettera che Augusto Di Bastiano, responsabile del portale “Centro giuridico del cittadino”, scrive in merito all’antenna per telefonia mobile all’interno del campo sportivo dei ferrovieri.

 

«Nel rione S. Simeo» prosegue Di Bastiano «furono individuate via XX Settembre, attuale Piazza Tommaso da Celano; lungo la Strada di S. Simeo, attuale Via Aquila; a ridosso della ferrovia per Pescara, attuale campo sportivo dei ferrovieri. Dietro la stazione si eresse un’ampia baraccopoli destinata a ospitare i dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Un mio amico mi ha narrato alcune brevi storie legate a quel “campo” infatti, mi ha raccontato che nelle vicinanze, un tale di nome Giovanni, appartenente alla famiglia De Bernardinis, nota con il nomignolo Coccióne, vi si organizzò “costruendovi” una sua baracca di fortuna fatta di lamiere ed altri materiali “poveri”».

 

«Giovanni» racconta ancora il responsabile del “Centro giuridico del cittadino” «aveva fin dalla nascita un notevole difetto nella pronunzia delle parole che lo faceva assomigliare a un muto e per questo, dunque, ben presto fu soprannominato Je Mùte Coccióne. Dunque molti avezzanesi attribuirono alla zona il toponimo Je Mùte Coccióne In queste baracche abitava anche il capo stazione Bonacina ed il figlio Ercole, destinato a diventare, negli anni Sessanta, senatore della Repubblica e prestigioso dirigente nazionale del Partito Socialista Italiano. Nel 1948, e per molti anni ancora, la zona continuò a essere individuata Je mùte coccióne, anche se Giovanni da tempo era deceduto. Le baracche erano da qualche tempo scomparse e il sito fu adibito, dal dopolavoro ferroviario, a campo di calcio: almeno tre generazioni di giovani hanno fruito di questo spazio. In esso sono nati e “cresciuti” tanti calciatori tra i quali, giova ricordare, Bruno Iacoboni che, per moltissimo tempo salì agli onori della cronaca sportiva nazionale per essere il portiere imbattibile della Regina, squadra calabrese militante nella serie B».

 

«Signor Sindaco» conclude Di Bastiano «già la storia ci impone di mantenere quell’area così com’è stata usata per più di un secolo, con funzione civica sociale. La invito a nome di tanti avezzanesi di vedere in prima persona la pratica legata all’antenna e trovare una giusta soluzione. L’area in questione dovrebbe essere un seminativo demaniale in uso, così come tutte le aree ferroviarie italiane alla Spa Rete Ferroviaria Italiana».

 

Redazione Avezzano Informa