Attualità 14:54

Ondata di gelo imminente sulla Marsica. Uno sguardo diretto al fenomeno “Gragnola”

03-31graupel.jpg

 

Nel corso della giornata del 12 Gennaio 2016, un fronte perturbato seguito da masse d'aria polare-marittima, ha ruotato l'intenso flusso di correnti occidentali, le quali, accompagnando aria più temperata, hanno reso la colonnina d'aria soprastante, non proprio omogenea dal punto di vista termico, perciò si sono creati degli strati d'aria più mite. Tuttavia, tale precipitazione accade principalmente attraverso l'irruzione d'aria polare-marittima che si è appena verificata, instabile e mitigata dal basso, perché essa è venuta a scorrere sulla mite superficie marina del Nord Atlantico, perciò risulta impregnata di instabilità, nonché più fredda in quota, può instaurare un gradiente termico verticale piuttosto particolare e una situazione decisamente instabile dal basso. Tutto ciò ha innanzitutto consentito la formazione di nuvole nembostrati, nonché veri e propri cumulonembi, rappresentati all'interno della perturbazione stessa. Quando i moti convettivi di tali nubi immerse nell'aria fredda, quindi foriere di cristalli di ghiaccio e di goccioline sopraffuse, non sono riusciti più a sorreggere tali precipitazioni, hanno permesso il loro viaggio verso il suolo, hanno incontrato lo strato d'aria con una temperatura di poco al di sopra dello zero, cosicché i cristalli di ghiaccio si sono sciolti quasi completamente e, intorno a ciascun nucleo di condensazione rappresentato dal cristallo di ghiaccio, le goccioline sopraffuse sono venute ad aderire. Il fiocco di neve ha poi attraversato uno strato d'aria con una temperatura di poco inferiore allo zero e, dopo essersi arrotolato su sé stesso, è venuto di nuovo a ghiacciare, cadendo insieme alla pioggia o ai rovesci di acquaneve, sotto forma di gragnola o di neve tonda (graupel in lingua tedesca). Ebbene, che differenza c'è rispetto alla grandine? La grandine si genera all'interno dei cumulonembi, quando i moti ascendenti e discendenti (moti convettivi), sollevano le goccioline e i germi di ghiaccio all'interno della nube dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto, finché quest'ultimi raggiungono quote in cui la temperatura è normalmente al di sotto dello zero anche durante la stagione estiva, cosicché si generano i chicchi di grandine che, divenendo molto pesanti da non essere più sorretti da tali moti verticali ascendenti e discendenti, cadono sotto forma di grandine. Quando, invece, avvengono irruzioni d'aria più fredda in quota polare-marittima, si creano strati d'aria con temperature di poco al di sopra dello zero che consentono una moderata fusione del cristallo di neve e una modificazione di quest'ultimo all'interno dell'atmosfera, fino a divenire graupel o gragnola. Questa precipitazione solida, può avvenire sia in Inverno che in Primavera, una stagione di transizione che risente ancora molto della conclusione del periodo invernale, quando si susseguono intense irruzioni d'aria dal Nord Atlantico o di origine polare-marittima. La precipitazione è diversa dalla grandine perché non si genera all'interno dei cumulonembi, ma durante il suo viaggio verso il suolo, nonché è facilmente riconoscibile dalla sua forma tonda e dal suo aspetto opaco e con una struttura facilmente malleabile e comprimibile. E' stata riconosciuta tale dalla Word Meteorological Organization (WMO). Nel corso dei prossimi giorni, ci sarà più volte l'occasione di osservare tale precipitazione solida appartenente alla famiglia della neve, poiché faranno ingresso due fronti freddi e instabili dal Nord Atlantico, mentre, questo fine settimana e nella settimana che viene (16-17 Gennaio 2016), un'irruzione d'aria gelida direttamente dall'Artico, darà luogo a veri e propri rovesci nevosi, accompagnati da intensi venti da nord-est. 

 

Riccardo Cicchetti 


Ti potrebbe interessare anche Meteo