Cronaca 06:30

Istituzioni inconsistenti sui danni della fauna all’agricoltura: la denuncia di Confagricoltura Abruzzo

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ABRUZZO. «Il mancato risarcimento dei danni alle colture agricole causati dalla fauna selvatica, il ritardo cronico e ingiustificabile con il quale gli enti preposti attivano le procedure a cui sono titolati, la carenza di una concreta politica di tutela del comparto agricolo e se vogliamo l’assoluta inconsistenza di azioni strategiche nella gestione faunistica hanno determinato il raggiungimento del punto di non ritorno per molte aziende e in particolare per quelle delle aree interne». Questo il duro attacco del Presidente di Confagricoltura Abruzzo, Concezio Gasbarro, sui danni provocati in agricoltura dagli animali selvatici.

 

Nella Valle Subequana dopo oltre 30 anni sparirà la coltivazione di oltre 200 ettari di girasole, rivelano i responsabili di Confagricoltura Abruzzo, una coltura capace di dare un certo reddito e assolutamente indispensabile per le rotazioni dei terreni. Le aziende non possono più programmare le semine per le incertezze sui futuri raccolti e sono costrette a chiudere per inerzia delle Istituzioni.

 

«Ha un senso tutto questo in una Regione che solo a parole ha definito l’agricoltura come la vera industria del territorio?» si chiede il presidente Gasbarro che poi aggiunge: «A quando si farà seguire alle affermazioni di vicinanza verso gli “ultimi della terra” anche i necessari e concreti atti consequenziali?». «I dati tanto pubblicizzati sulla riduzione dei danni da fauna selvatica nelle provincie di Teramo e Pescara» va avanti «sono inficiati dalla chiusura delle aziende e nel fatto che gli agricoltori non perdono più tempo a fare richiesta di risarcimenti che poi non sono erogati. È proprio incomprensibile che Provincia e Regione non riescano ad attuare una seria programmazione preventiva e una adeguata azione risarcitoria senza che in ogni dove si eserciti il consueto conflitto di legittimazione delle competenze».

 

«Un’azienda che chiude» conclude infine Gasbarro «determina una perdita non solo in termini economici e di presenza antropica nelle aree più marginali e già in debito di svantaggi infrastrutturali ma anche di biodiversità agraria e di tutela ambientale e paesaggistica».

 

Redazione Avezzano Informa