Cronaca 18:08

Blitz di Matteo Salvini ad Avezzano: «Sulla casa popolare occupata il vostro sindaco dormiva, tenetelo sveglio» (FOTO)

Dura protesta della comunità rom avezzanese, clima teso ma nessun incidente grazie al nutrito dispiegamento di Polizia e Carabinieri


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AVEZZANO – «Prima gli italiani», il mantra del mutamento genetico della Lega Nord coniato da Matteo Salvini è approdato ufficialmente anche ad Avezzano. Il patron degli ormai ex “lumbard” lo ha restituito ai propri sostenitori con un megafono in via Carlo Alberto Dalla Chiesa nella zona nord della città, a pochi metri dalla casa occupata e poi sgomberata e messa sotto sequestro dalla Polizia Municipale.

 

Salvini è stato accolto da un centinaio di simpatizzanti con le bandiere di “Noi con Salvini” e dalla dura contestazione di un folto gruppo appartenente alla comunità rom avezzanese che sventolava il tricolore italiano gridando: «No a una guerra tra poveri!».

 

Tra l’eurodeputato della Lega e i contestatori, il cordone delle forze dell’ordine con i poliziotti del Commissariato di Avezzano, un reparto Celere e i Carabinieri. Il clima non ha tardato a farsi incandescente ma gli agenti hanno tenuto sempre sotto controllo la situazione.

 

Salvini aveva chiesto di poter trovare una ruspa ad Avezzano ma all’ultimo momento pare ci abbia ripensato, comunque il primo bersaglio è stato Gianni Di Pangrazio: «Sulla casa popolare occupata il vostro sindaco dormiva, tenetelo sveglio», poi le dichiarazioni da piena campagna elettorale permanente: «Chi vuole stare ad Avezzano deve rispettare le leggi, se qualcuno occupa una casa bisogna sfrattarlo con le buone o con le cattive. La casa e il lavoro devono andare prima agli italiani poi a quel 3% che scappa dalla guerra, gli altri devono essere espulsi».

 

Tra centinaia di selfie, Salvini ha incoraggiato i suoi sostenitori a «continuare la battaglia di legalità, per questo siamo contrari alla chiusura del Tribunale di Avezzano. Se voi non mollate io non mollo e tornerò presto ad Avezzano».

 

E sì che l’talianità è stata richiamata anche da alcuni esponenti della comunità rom: «Quella che stava nella casa è di origine marocchina sposata a un italiano. Abbiamo più diritto noi che siamo italiani da sette generazioni».

 

A parte le disquisizioni su chi è più italiano dell’altro, il problema casa rimane aperto visto che, come diceva più di un cittadino, ad Avezzano ci sono tra le due e le trecento case occupate abusivamente. Se così fosse, la chiamata in causa di tutte le “autorità competenti” non ammetterebbe ambiguità o slogan di sorta.

 

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matteo salvini | gianni di pangrazio