Attualità 06:15

Tra i cafoni di ieri e le ingiustizie di oggi: Caffè Letterario su "Fontamara" a Capistrello

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CAPISTRELLO. Una bella giornata quella del Caffè Letterario itinerante di Capistrello che ha fatto tappa al bar di Agostino con un classico della letteratura contemporanea: Fontamara.

 

L'opera di Ignazio Silone ha portato ad un ampio e articolato dibattito con continui rimandi a quella che sembra essere la condizione dei “nuovi cafoni” del terzo millennio, non meno vittime di tradimenti e manipolazioni rispetto a quelli narrati dall’autore pescinese. Da quanto emerso dal confronto, il cafone del Fucino, vessato e sfruttato dai padroni del latifondo, non è dissimile, come prigioniero di un destino ineluttabile, al laureato di oggi, precario, assunto con contratto a termine.

 

Nell’intimo del cafone marsicano di Fontamara, poi, si percepisce il forte radicamento di una cultura antropologica legata all’esperienza e ai racconti tramandati all’interno di una comunità, in cui tutti si conoscono e dove ognuno si sente parte integrante di una storia comune. Elementi questi che rappresentano altrettanti ancoraggi che aiutano a sopravvivere e a resistere alla loro condizione di ultimi.

Particolarmente interessante è stato l’approfondimento di Primo Di Nicola, giornalista de Il Fatto Quotidiano, che ha ampliato il ragionamento su Silone militante politico e alto dirigente del PCI, disgustato dai metodi del suo partito, da cui verrà espulso con l’accusa di essere un doppiogiochista. Anche la dimensione del Silone uomo ha trovato spazio nel dibattito attraverso l’esplorazione della sua profonda integrità morale che forse alimenta quel corrosivo senso di colpa da cui lo scrittore è pervaso per la morte del fratello minore, Romolo Tranquilli, ucciso in prigione dal regime fascista, proprio come accade a uno dei cafoni di Fontamara, Berardo Viola.

 

Fontamara può essere considerato il testamento politico di Silone? Questa l’interessante considerazione di Lara Di Marco, giovane studentessa universitaria. L’opera siloniana, in effetti, non può prescindere sicuramente dall’impegno politico dello scrittore né tantomeno dall’immenso valore civile che permea tutta la sua produzione letteraria. D’altra parte, qual è la differenza tra i movimenti che oggi in Marsica si oppongono alla Powercrop e i fontamaresi che lottano contro l’impresario che vuole rubare loro l’acqua?

 

Per il prossimo appuntamento del Caffè Letterario, in programma il 23 aprile, verrà proposto un piccolo sondaggio sul gruppo aperto di Facebook "L’Isola che non c’è & democrazia partecipativa", dove tutti potranno votare. Con il sondaggio, gli organizzatori vogliono raccogliere il gradimento sui tre libri che saranno la scaletta di discussione dei prossimi tre incontri. L'ordine sarà quello che uscirà al termine della consultazione. Queste le proposte: "Se questo è un uomo" di Primo Levi, la testimonianza dura e cruda della sua prigionia nel campo di concentramento di Auschwitz; "Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini, il romanzo sul mondo delle borgate e delle periferie di Roma; "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, la prima opera letteraria italiana in cui si affronta in termini espliciti e chiari il tema della mafia.

 

Redazione Avezzano Informa