Cronaca

Concussione, frode e turbativa d’asta a Tagliacozzo. Le indagini potrebbero estendersi anche in altri Comuni della Marsica

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TAGLIACOZZO. «Ho deciso di prendere parte a questa conferenza stampa perché durante le indagini e nell’ascolto delle intercettazioni si sono verificati degli incidenti spiacevoli. Gli intercettati, infatti, si sono ripetutamente scagliati contro la Polizia Giudiziaria». Queste le parole con cui il procuratore della Repubblica di Avezzano, Andrea Morichini Padalino, ha aperto la conferenza per illustrare i motivi che ieri hanno portato all’arresto del primo cittadino di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, insieme ad altri amministratori, liberi professionisti e imprenditori, tra i quali il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Gianpaolo Torrelli, l’assessore alla cultura Gabriele Venturini e l’architetto Carlo Tellone, per i quali sono stati disposti i domiciliari. Le accuse a carico degli indagati vanno dalla tentata concussione alla turbata libertà degli incanti, dalla frode nelle pubbliche forniture alla falsità ideologica.

 

«La nostra è un’indagine solida» ha aggiunto il procuratore, evidenziando come la vicenda di Tagliacozzo sia identica ad altri fatti commessi con una percentuale elevatissima in tutta Italia e quindi anche nella Marsica. A seguito della notizia delle acquisizioni degli atti al Comune guidato da Di Marco Testa, infatti, anche da altri paesi del territorio sono arrivate denunce e segnalazioni che hanno permesso alla Procura di avere materiale utile a far partire, se necessario, altre indagini.

 

«Questo tipo di indagini» ha spiegato Padalino «prendono sempre il via da denunce dell’opposizione o di imprenditori che si sentono ingiustamente esclusi dalle gare di appalto. In questo caso c’è stata anche la collaborazione di un assessore della maggioranza. Noi però, ovviamente, non siamo interessati a colori politici o a affari locali. Il nostro unico fine è quello di ripristinare la legalità violata». «Anche se i cittadini sembrano essere più attenti ai crimini di strada che a tali reati» ha continuato il procuratore «questi fatti incidono pesantemente sulle loro tasche, perché fanno salire le tasse e costringono imprese oneste a non operare. Si tenta sempre di giustificarsi sostenendo che si vogliono far lavorare le imprese locali, in questo specifico caso, però, non sempre le ditte interessate erano della zona».

 

confereza stampa tagliacozzo.jpeg«Siamo consapevoli che ora potrebbe partire un’opera di diffamazione ai danni della polizia giudiziaria e non si può tollerare che ufficiali vengano fatti oggetto di insulti e minacce» ha dichiarato poi Padalino, difendendo ancora una volta le indagini condotte dal luogotenente Marco Romano, comandante del nucleo operativo e oggetto di diversi oltraggi e aggressioni verbali venute fuori dalle intercettazioni, e l’intero operato dei militari di Tagliacozzo, guidati dal Capitano Edoardo Commandè, protagonista personalmente di un incontro e di una telefonata in cui gli si chiedeva di bloccare le indagini di Romano.

 

Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il colonnello Antonio Servedio, comandante provinciale dei Carabinieri di L’Aquila, il tenente colonnello a capo del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, Sergio Aloia e il Pm Roberto Savelli che, in merito alla vicenda dell’incendio delle tre auto del sindaco Di Marco Testa, ha nominato un perito che possa fare piena chiarezza su quanto accaduto e verificare la natura dell’incendio. «Dopo quei fatti di cronaca» ha ricordato il Procuratore Padalino «la gran parte della popolazione di Tagliacozzo ha avuto subito la certezza che si trattasse di un dolo, cosa che certamente ancora non può essere esclusa. In una delle intercettazioni, comunque, emerge chiaramente il commento del sindaco che definisce quanto accaduto come “un incendio che arriva proprio a proposito”. Non sto assolutamente dicendo che non si tratti di un incendio doloso, ma voglio solo chiarire che la strumentalizzazione non è degli inquirenti. Le indagini per l’incendio, quindi, si stanno svolgendo al massimo livello tecnico possibile».

 

«La nostra risposta a questa vicenda è forte ed inter-istituzionale» il commento conclusivo del colonnello Servedio «anche il contributo della Guardia di Finanza, infatti, è stato molto importante sia nelle indagini sia nell’esecuzione delle misure cautelari».

 

Maria Caterina De Blasis