Attualità

Centrali uniche di committenza: “Le peculiari competenze dei settori tecnici delle Province non siano disperse e annullate da scelte avventate della Regione”

centrali uniche di committenza.jpg

PROVINCIA. «La proposta della regione Abruzzo di arricchire l’Arit della funzione di Centrale unica di committenza non va nella direzione della legge di riordino delle province nota come “Delrio”. Ad oggi in 47 Province su 76 la Stazione Unica Appaltante è una realtà funzionante a tutti gli effetti, a supporto delle necessità aggregative dei comuni». Ad Affermarlo i due consiglieri provinciali Felicia Mazzocchi e Gianluca Alfonsi.

 

«Le peculiari competenze acquisite nel corso degli anni dai settori tecnici delle province non possono essere dispersi e annullati da scelte avventate della regione, che forse trovano pure l’ostacolo Anac. Oltretutto» aggiungono i due «si parla di ridare nuovo vigore all’Arit. Ma che strategia è questa, se l’agenzia regionale non ha ragione di esistere, si può eliminare, eliminando con sé una serie di costi a carico degli abruzzesi. Addirittura invece si legge che questo aumento di funzioni all’Arit produce nel 2016 maggiori costi per 190 mila euro. Francamente, anche se di stesso orientamento politico, province e regione non sembrano parlare la stessa lingua, oppure i presidenti si chinano impotenti alle decisioni più scellerate della regione».

 

«Come si legge in una nota dell’Unione province italiane» ricordano Mazzocchi e Alfonsi «malgrado le pesanti difficoltà i sindaci alla guida delle Province hanno tenuto ben salda la rotta, cogliendo a pieno lo spirito fortemente innovativo della Legge 56/14. Una nuova missione istituzionale: di essere l’ente in grado di assistere e sostenere i Comuni, soprattutto i più piccoli, per efficientare le procedure e rendere la pubblica amministrazione più moderna, efficace e trasparente su tutto il territorio, anche lontano dalle grandi aree urbane».

 

«Ripetiamo che la preziosa esperienza non può e non deve essere dispersa» concludono infine «e ci auguriamo che venga piuttosto valorizzata nella fase di attuazione della delega appalti esaltando il ruolo di vicinanza col territorio che le province hanno avuto sin dalla loro istituzione. Ci preme pure sottolineare che, di fatto, si verifica l’utilizzo delle strutture provinciali da parte della stessa regione e non viceversa».

 

Redazione Avezzano Informa