Cultura 07:30

25 aprile, la festa dell’Italia libera

Nel 71° anniversario della Liberazione il ricordo e l’esempio della Brigata Maiella


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«Oggi la nuova Resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia». Con questa frase Sandro Pertini, il partigiano presidente della Repubblica, richiamò tutti gli italiani a difendere la democrazia e a coltivare la libertà riconquistata. Ogni giorno.

 

Nel 71° anniversario della Liberazione vogliamo ricordare la storia della Brigata Maiella, la storia di tanti ragazzi abruzzesi che combatterono e morirono dalla parte giusta, di tanti nostri concittadini che seppero farsi partigiani e soldati senza stellette:

 

Dopo  l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la “fuga a Pescara” del re Vittorio Emanuele III, l’Italia viene invasa dalle truppe naziste che occupano il Paese fino a Roma.


I tedeschi si attestano sulla Linea Gustav che va da Cassino a Ortona, attraversando tutto l’Abruzzo. Tra il Tirreno e l’Adriatico l’Italia è divisa in due: a nord della Gustav i tedeschi, a sud gli alleati. Nel mezzo le città e i comuni che vengono sistematicamente minati e rasi al suolo dagli occupanti. Sono i mesi nei quali i tedeschi commettono stragi di civili spaventose come quelle di Pietransieri, Onna, Capistrello. Sono i mesi dello sfollamento: un vero e proprio esodo per migliaia di abruzzesi.

 

Mossi dalla volontà di liberare la propria terra e di non subire più i soprusi e le atrocità dei tedeschi, in Abruzzo si formano spontaneamente molte bande partigiane. La prima battaglia partigiana in campo aperto in Italia avviene a Bosco Martese, vicino Teramo. Lo scontro segue quella che dopo l’8 settembre è passata alla storia come “la rivolta di Lanciano”.

 

Ma l’Abruzzo dà il contributo più significativo alla lotta di liberazione con l’epopea della Brigata Maiella, nome preso dalla “montagna madre”. Un avvocato socialista di Torricella Peligna, Ettore Troilo, lega in un patto morale e d’onore 15 uomini per offrirsi come combattenti volontari al comando inglese. Dopo la battaglia di Ortona, l’incontro tra il maggiore Wigram ed Ettore Troilo pone le basi per far sì che i maiellini possano combattere sotto il comando alleato.

 

In pochissimo tempo, sotto l’effige della maiella, i volontari diventano 350, tra loro c’e’ il gruppo guidato da Domenico Troilo di Gessopalena, omonimo di Ettore ma senza legami di parentela. Tra gennaio e febbraio 1944 una forza mista di maiellini e britannici al comando del maggiore Wigram, la “Wigforce”, combatte aspramente contro i tedeschi e libera Colle dei Lami, Colle Ripabianca, Quadri, Torricella Peligna, Lama dei Peligni, Fallo. Nell’attacco a Pizzoferrato muore il maggiore Wigram.

 

Dopo i successi riportati, gli alleati riconoscono il valore dei combattenti abruzzesi: con il nome “Banda Patrioti della Maiella” diventano  una vera unità militare, Ettore Troilo ne diventa il comandante e Domenico il vice .   

                 

I “Lupi della Maiella”, così chiamati con rispetto e timore dai tedeschi, hanno divise inglesi sul cui bavero al posto delle stellette monarchiche del Regio Esercito sono cuciti due nastri tricolore, la Brigata Maiella è una formazione autonoma nella quale si può entrare ma anche uscire volontariamente, è apartitica nonostante il comandante sia socialista:  sono partigiani senza partito e soldati senza stellette.

 

La primavera del 1944 vede riprendere l’offensiva degli alleati. La Brigata Maiella si batte al loro fianco liberando Campo di Giove, Pacentro, Cansano, Rocca Caramanico, Caramanico Terme, Sant’Eufemia, Popoli, Tocco da Casauria, Bussi sul Tirino, Pratola Peligna. I maiellini sono i primi a entrare a Sulmona libera. Gli alleati, con l’ausilio di truppe italiane, liberano Chieti, Guardiagrele e Pescara, L’Abruzzo è libero dall’occupazione nazifascista.

 

Gli uomini della Maiella, che conta ormai 1500 effettivi, invece di tornare a casa decidono di continuare a combattere a fianco dei polacchi del generale Anders. Insieme a loro risalgono la penisola e liberano tanti paesi delle Marche, dell’Emilia Romagna, del Veneto. La Brigata Maiella entra per prima nella città di Bologna liberata (foto).

 

L’avventura si conclude il 1° maggio 1945 ad Asiago, la Brigata viene sciolta ufficialmente il 15 luglio a Brisighella: il lungo cammino costa alla formazione dei Troilo 55 morti, 19 prigionieri e 151 feriti dei quali 36 mutilati. La metà dei caduti sono contadini, l’altra metà studenti, commercianti, operai, ex militari, artigiani.

 

La Brigata Maiella è oggi l’unica formazione partigiana a potersi fregiare della medaglia d’oro al valor militare”. 

 

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