ABRUZZO. Un allarme inequivocabile quello lanciato dalla federazione dei dottori agronomi e forestali che denunciano l’abbandono dei boschi abruzzesi con una cronica mancanza di programmazione del settore, con tutto quello che ciò comporta a livello ambientale ma anche economico.
«Se si applicassero correttamente i principi della gestione forestale sostenibile» dichiarano «si potrebbe calcolare un potenziale prelievo legnoso di 1.074.400 metri cubi annui. Si tratta di quella riserva boschiva che può essere prelevata senza danni alle foreste, anzi aiutandole a rigenerarsi, e che potrebbe originare un indotto di lavoro, sia per imprese boschive che si occupano della prima lavorazione, sia per imprese commerciali, addette alla vendita al minuto, di circa 75.208.000 di euro l’anno, per una produzione lorda vendibile di circa 107.440.000 euro l’anno».
«In Abruzzo» concludono dalla federazione dei dottori agronomi e forestali «oltre il 70% della proprietà boschiva è pubblica quindi i Comuni montani, con una gestione oculata, conterebbero su un ricavo di circa 21.488.000 euro l’anno».
Redazione Avezzano Informa