Lavoro 06:20

Provincia dell'Aquila: cinque precari storici vittime della riforma Delrio

Caos all'UMA: contratti non rinnovati e servizi ridotti al lumicino


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Servizi ridotti o sospesi, assunzioni congelate, trasferimenti di personale impossibili per via di norme contraddittorie ed inattuabili. Dopo l’abolizione, il mondo delle Province è in subbuglio, piombato nel caos e nell’emergenza finanziaria a causa delle norme contraddittorie che tra legge di Stabilità e la riforma di Delrio avrebbero dovuto regolare la riorganizzazione delle funzioni e il ricollocamento del personale. Sulla rete ancora impazza l’hashtag #achicompetelacultura, lanciato dai dipendenti senza più un ruolo dopo che le competenze su biblioteche, musei e tutto il resto sono state tolte alle Province ma non ancora riassegnante. Nessuna sorpresa dunque se la rabbia dei dipendenti esplode, insieme a quella dei cittadini sfortunati che per qualche motivo devono avere a che fare con gli "sportelli" delle Province.

 

La Riforma delle Province targata Delrio non piace a nessuno. E questo è un fatto. Non ha portato sinora sostanziali risparmi né miglioramenti dei servizi al cittadino, ed anzi da Torino a Caltanissetta sono molteplici gli esempi di malfunzionamenti e disorganizzazione, soprattutto su settori sensibili quali la manutenzione delle strade, il genio civile e l'assistenza all'agricoltura.

 

Ma soprattutto questa brutta riforma lascia tanta gente per strada. Migliaia di lavoratori “precari” ormai da anni ed anni, con famiglia e figli, anche vincitori di concorso, operanti in settori strategici delle “ex” Province si trovano in una sorta di “limbo giuridico” dove l'incrocio perverso del combinato disposto di diverse leggi impedisce il rinnovo dei loro contratti, e li getta nella cupa disperazione della disoccupazione in età matura.

 

Mentre i precari non vedono rinnovato il loro contratto di lavoro a causa di artifizi giuridici di difficile comprensione, molte Province sono costrette, dovendo assicurare in qualche modo i servizi, ad affidare ai privati la gestione della manutenzione stradale o dell’edilizia scolastica, capitoli importanti dei vecchi compiti delle Province. E fortunatamente l'inverno è stato mite, altrimenti difficilmente la Provincia dell'Aquila avrebbe potuto garantire lo spargimento del sale e lo sgombero della neve, così come non si riesce a garantire gli interventi di manutenzione necessari (basta vedere lo stato penoso delle strade).

 

Tra le situazioni paradossali di casa nostra, è quella dei cinque precari addetti all'Ufficio Utenti Motori Agricoli (UMA) il cui contratto è scaduto il 30 aprile 2016 e che l'intreccio assurdo tra riforma Delrio e Jobs Act impedisce di rinnovare. Il risultato delle “nuove” leggi di riforma è che i precari stanno a casa e gli uffici UMA non funzionano come dovrebbero, tra mille proteste degli agricoltori.  L'ufficio UMA dell'Aquila è stato chiuso, quello di Avezzano è fortemente sotto organico sia amministrativo che tecnico mentre l’ufficio di Sulmona ha un solo dipendente, e se si ammala o va in ferie il servizio è sospeso.

 

Ovviamente i cinque precari della Provincia dell'Aquila hanno incontrato tutti i rappresentanti della politica, dai consiglieri regionali al Vice presidente Lolli,  finanche la Sen.Pezzopane, ecc. ecc: ad oggi tante promesse e tanti impegni. Risultato: nessuno.

 

Redazione AvezzanoInfoma


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