Attualità 19:30

Collelongo offre ospitalità e un lavoro a Chinyere, la vedova del migrante nigeriano morto a Fermo

chinyere 1.jpg

 

La Cooperativa San Rocco e il Comune di Collelongo mettono a disposizione di Chinyere un appartamento in paese e un lavoro come addetta alle pulizie.

 

Chinyere è la ventiquattrenne vedova di Emmanuel Chidi Nnamdi, il migrante di origine nigeriana morto il 5 luglio scorso a Fermo dopo una colluttazione con Amedeo Mancini. Quel giorno Mancini avrebbe rivolto insulti razzisti alla ragazza e il marito nell’intento di difenderla ci ha rimesso la vita. Al momento la versione di Chinyere e di alcuni testimoni appaiono discordanti ma su questo ci penseranno gli inquirenti a chiarire la responsabilità dell’accaduto.

 

Quello che rimane è la storia di questa ragazza scappata dalla Nigeria in Italia insieme al marito dopo che gli integralisti di Boko Haram uccisero la loro bambina di due anni. Poi i sette mesi infernali per arrivare sulle coste del Mediterraneo e il viaggio in barcone dove le botte ricevute dagli scafisti le causarono un aborto. Adesso è morto anche il marito e Chinyere è rimasta sola al mondo.

 

«Io lo so che gli italiani non sono così, qui cercavamo solo un po’ di felicità perché ce la meritavamo», così disse Chinyere dopo la morte di Emmanuel e, per quanto possibile, un pezzetto di quella felicità adesso provano a offrirgliela a Collelongo.

 

«Mi sono messa in contatto con il Comune di Fermo – le parole di Rosanna Salucci, sindaco di Collelongo – al quale il nostro interessamento ha fatto molto piacere. Anche perché non gli è arrivata nessun' altra proposta del genere. Molto presto parleranno con la signora che sta in una comunità per vedere quali siano le sue intenzioni e noi siamo in attesa. Sono contenta che sia un imprenditore locale (la Cooperativa San Rocco gestisce la Residenza per anziani di Collelongo) a farsi carico di un gesto di solidarietà vero perché i bilanci dei Comuni come il nostro, pur volendo, non permettono la pratica della solidarietà».

 

Vedremo come andrà a finire ma a parte i bilanci e quindi i soldi, quello che conta davvero in questa storia è chi dimostra nei fatti che Chinyere aveva ragione quando diceva che gli italiani non sono razzisti. Quello che conta sono i gesti di solidarietà che si fanno e pure quelli che non si fanno. Quello che conta è che a Collelongo si è ribadita una verità: siamo tutti appartenenti a una razza. Quella umana.

 

Direttore