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Ipsos: un angolo di Italia a Corfù

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Se c'è una difficoltà nello scrivere di un'isola come Corfù, è quella di perdersi tra le contraddizioni bellissime della vita estiva greca.
Corfù è un lingua di terra, una striscia molto greca e per niente allo stesso tempo. Le dicerie che arrivano alle orecchie di chi ci va a passare le vacanze estive sono quelle di un'isola economica, caotica, «post maturità», senza troppi spazi family friendly.

Eppure è pieno di famiglie, soprattutto straniere, che riescono non si sa come a coinciliare biberon e aperol, per la gioia di bimbi più liberi e genitori più rilassati.

E per quanto la città di Corfù sia il centro verso cui convergono tutti i turisti di tutte le nazionalità, un ragazzo italiano a lavoro in un ristorante sul mare ci spiega quanto in realtà l'isola sia spezzettata, a ogni zona il suo turismo. E l'Italia ha il suo angoletto sullo Ionio, e si chiama Ipsos.
Ipsos non è un vero e proprio paese, alla vista è solo un viale così lungo e tanto luminoso da esplodere da un momento all'altro in mille scintille. Da un lato, negozi e pub e locali e discoteche in ordine casuale e ripetitivo, e dall'altro lato della strada quel mare che nei giorni di sole è calmo e piatto. In mezzo, ragazzi italiani. Ragazzi italiani in bici, in motorino, a piedi, in quad. Se si è distratti, si crede di essere tornati in Italia.

La vita corfiota per un italiano che sbarca a Ipsos è il set reale e continuo del film di «Immaturi- il viaggio», dove i protagonisti fanno in ritardo quel viaggio post maturità, e succede di tutto, complice il vento che scompiglia i capelli e i pensieri.

Incontriamo anche ragazzi marsicani, tanti abruzzesi, sia in gruppi isolati che all'interno di viaggi organizzati, come quelli che organizza ScuolaZoo per tutta la stagione.
Perchè quelli di ScuolaZoo hanno avuto un'idea vincente, quella di trasformarsi in un'agenzia viaggi-evento che a prezzi vantaggiosi permette ai neodiplomati una vacanza da sogno senza spendere un patrimonio. E soprattutto, si parte da tutte le regioni. Ci si conosce, ci si confronta, anche se è il genere di vacanza che non sembrerebbe lasciare troppo tempo al silenzio, perchè ci sono troppe canzoni da ballare.

Farsi raccontare qualcosa di più è impossibile, in questo caleidoscopio di vita e divertimento. Ed è giusto che sia così, che il linguaggio comune sia quello della musica.
Perchè la vita è anche questo, un'estate che ci faccia rimanere piccoli ancora un po', e che faccia tornare giovani anche chi non lo è più.
Ludovica Salera

 


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