Attualità 16:53

Cgil e Uil: nel budget sanitario la provincia dell’Aquila trattata con la statistica del pollo

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Nella poesia “La Statistica”, scriveva Trilussa: “Me spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d’adesso risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra nelle spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due”.

 

Cosa c’entrerà mai un pollo con la ripartizione dei budget attribuiti alle varie province abruzzesi per l’erogazione di prestazioni sanitarie in regime residenziale, riabilitativo e psicoriabilitativo?

 

Per Simone Tempesta, segretario responsabile territoriale della Uil-FPL, e Francesco Marrelli, segretario provinciale Cgil-FP, c’entra eccome perché dopo aver esaminato i dati derivanti da quella ripartizione «vi è una sperequazione a svantaggio della provincia aquilana la quale risulta essere l’unica penalizzata a vantaggio essenzialmente delle province di Teramo e Chieti».

 

Scrivono Tempesta e Marrelli: «Il calcolo del valore medio annuo pro-capite per cittadino residente risulta essere il seguente:

Provincia di L’Aquila residenti 309.820 Budget attribuito 6.520.562  valore medio annuo pro-capite attribuito 21 euro.

Provincia di Chieti residenti 397.123 Budget attribuito 21.626.562  valore medio annuo pro-capite attribuito 54  euro.

Provincia di Pescara residenti 323.184 Budget attribuito 14.711.032 valore medio annuo pro-capite attribuito 46 euro.

Provincia di Teramo 312.239 Budget attribuito 17.574.121032 valore medio annuo pro-capite attribuito 56 euro.

 

Va messo in risalto che il fabbisogno pro-capite previsto per legge dovrebbe essere di 45 euro per abitante. Analizzando i dati complessivi della Regione Abruzzo: Residenti 1.342.366 Budget attribuito 60.432.276 valore medio annuo pro-capite attribuito 45 euro possiamo tranquillamente affermare che il parametro previsto è stato rispettato applicando la classica statistica del pollo per la quale se due persone hanno un pollo e lo mangia una persona soltanto statisticamente hanno mangiato mezzo pollo a testa».

 

E qui i due sindacalisti vedono una differenza di sostanza: «Viceversa, purtroppo, la ripartizione del budget ex DCA 49/2016 palesa una evidente sperequazione, attribuendo di fatto al posto letto della provincia aquilana un valore che è più che dimezzato rispetto al totale regionale.

 

Infatti, per il cittadino residente nella provincia dell’Aquila sono sufficienti 21 euro mentre per il cittadino di Teramo ne occorro ben 56, anche se studi epidemiologici evidenziano come la composizione della popolazione per sesso, età ed incidenza di determinate patologie sia sostanzialmente identica tra le 4 province, appare, quindi, ingiustificata ed irrazionale la ripartizione effettuata dalla Regione Abruzzo.

 

Ulteriore conferma che il budget attribuito alla provincia dell’Aquila non corrisponde al fabbisogno effettivo della popolazione arriva dai dati della ASL la quale è costretta a subire un saldo di mobilità  passiva per prestazioni riabilitative che si avvicina a 3 milioni di euro gravando drasticamente sul bilancio. Il cittadino aquilano, non trovando risposta sul territorio è costretto a curarsi fuori dalla provincia con notevoli sacrifici personali e famigliari. Deve tenersi anche in considerazione che se venissero rispettati i parametri sul territorio si potrebbe incrementare l’offerta e creare nuovi posti di lavoro».

 

Va bene la statistica e pure Trilussa ma la domanda da girare ai rappresentanti territoriali in Consiglio e in Giunta regionale suona più o meno così: come si può far fare a una provincia che di nome fa Aquila la figura del pollo?

 

Direttore

 


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