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Celano, il sindaco torna sulla soppressione del treno: "Dovremmo rimpiangere i tempi di Fontamara?"

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"Una buona politica dovrebbe garantire a tutti i cittadini uguali opportunità e medesimi servizi. L'attuazione del nuovo piano trasporti e del nuovo orario invernale (in vigore dal prossimo 11 dicembre), stravolge questo principio basilare, arrecando danni ad intere porzioni di territorio". Lo rende noto il sindaco di Celano Settimio Santilli in relazione alla revisione del piano trasporti del treno Pescara-Roma ed alla recente soppressione della fermata a Celano. 

 

"La Regione Abruzzo e Trenitalia - spiega il primo cittadino - con un colpo di spugna hanno cancellato una vasta area, ricadente nella Marsica, dalla mappa di quello che fin dagli albori della Repubblica era considerato un vero e proprio servizio pubblico: il trasporto su rotaia. Ebbene, non sono bastate le ripetute istanze ed i suggerimenti di centinaia di pendolari, il disagio sempre crescente degli utenti del servizio di trasporto e le prese di posizione di alcuni sindaci, per non ignorare una fetta importante di popolazione e per baypassare una stazione di vitale importanza logistica, quale quella di Celano".

 

"Di fatto - sottolinea Santilli - si è creato un vuoto sia in direzione Roma (fermate a Sulmona, Avezzano, Tagliacozzo e Carsoli) che Pescara (da Avezzano si “salta” direttamente a Sulmona). E Celano, e la Marsica orientale e tutti i comuni dell’Altopiano delle Rocche, penalizzati da questa scellerata decisione, come potranno ovviare ad una palese mancanza di servizi? Quali disagi dovranno sopportare coloro che quotidianamente utilizzano il treno per recarsi a Roma o Pescara per motivi di lavoro o studio? Mi verrebbe da dire che sia i responsabili della politica regionale che i burocrati delle aziende di trasporto non hanno avuto la minima sensibilità di ascoltare le esigenze del territorio per l’ennesima volta bistrattato". 


"Siamo forse in presenza di un vuoto di presenza politica - aggiunge il sindaco - di uno scarso peso dei nostri consiglieri regionali che hanno accettato le decisioni senza tutelare le necessità di tanti concittadini che pure li hanno votati nella Marsica? Quali disegni politici si nascondono dietro questo silenzio, mentre da altre parti si esprime soddisfazione per tale risultato? Il problema non sono quei pochi Sindaci che con valide argomentazioni disapprovano (pendolari di tutta la Marsica orientale, studenti, taglio della fermata che conduce alla clinica "Immacolata", ai campi da sci dell'Altipiano delle Rocche, al monumento più visitato d'Abruzzo, ovvero il castello di Celano). Il problema sono talune scelte illogiche, frutto di banali accordi che danno contezza di quanto la politica sia lontana dai problemi reali dei cittadini”.

 

"Non si spiega neanche l’incomprensibile atteggiamento del direttore di Trenitalia Marco Trotta - continua il Santilli - che nonostante i miei ripetuti inviti per avere spiegazioni, ha rinviato ogni possibile confronto sull’argomento. Un treno che si inizi soltanto a palesare ad alta velocità avrebbe dovuto prevedere solo due fermate intermedie per l'Abruzzo, Sulmona ed Avezzano, che sono i due centri maggiori dove far confluire gli utenti dei centri più piccoli. Dov’è invece la logica di recuperare 3 minuti e 3, tagliando la fermata di Celano e quindi della Marsica orientale lasciando quelle di centri molto più piccoli? Il viaggio Roma/Pescara, dovrebbe essere fatto tutti i giorni per capire la vita di un pendolare oggi".

 

"Nel 1970 ci si impiegava anche meno di 3 ore e 22 minuti ed eravamo come "Fontamara", definizione data dal Consigliere regionale D'alessandro, oggi ci si impiega lo stesso tempo se non di più, con l’aggravante che la fermata più vicina al Paese che diede i natali a Ignazio Silone, scrittore di Fontamara, è stata tagliata. E allora - conclude - nel 2016 nella Marsica orientale siamo ancora ai tempi di Fontamara o addirittura la dovremmo rimpiangere?"

 

I.P.

 

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