Attualità 13:20

Scuole sicure, Partecipazione Popolare vuole vedere le perizie: “Genitori in continua apprensione”

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AVEZZANO. Un’interrogazione urgente con una risposta scritta, questo è quanto chiedono al sindaco di Avezzano, Giovanni di Pangrazio, i consiglieri comunali di Partecipazione Popolare, Alessandro Barbonetti, Vincenzo Gallese, Alberto Lamorgese, in merito alla sicurezza delle scuole della città, con particolare riferimento all’Istituto Comprensivo Corradini-Fermi-Mazzini.

 

La premessa dell’interrogazione, presentata dai tre, parte dai tragici terremoti di Amatrice e di Norcia, dopo i quali è notevolmente cresciuta l’attenzione sui temi della prevenzione e della sicurezza, anche per quanto concerne scuole ed edifici pubblici. Altro punto fermo per Barbonetti, Gallese e Lamorgese, sono le innumerevoli richieste dei genitori e gli altrettanti rinvii, che non hanno permesso di fare chiarezza sulla reale situazione strutturale dell’Istituto Comprensivo Corradini-Fermi-Mazzini. «A fronte della crescente e legittima preoccupazione dei genitori, riuniti in Comitato» scrivono per questo nella loro interrogazione «osserviamo che il sindaco sulla questione della sicurezza scarica la responsabilità sulla dirigenza e la dirigenza continua a ripetere la solita tiritera, ovvero che le scuole rispettano i parametri di legge, sono agibili ma nessuno si pronuncia sul fatto se siano sicure o meno. I genitori non vogliono tatticismi politici, certificati, burocrazia e balletti sugli indici di sicurezza, ma vogliono soltanto rassicurazioni e tranquillità per i loro figli. E sicurezza e tranquillità dovrebbero essere assicurati da un amministratore pubblico degno di questo nome». «È tra l’altro paradossale» aggiungono «che a pochi mesi dalla fine del mandato, proprio in queste settimane, il sindaco scriva ai suoi dirigenti chiedendo informazioni sulla situazione degli edifici scolastici, come se stesse rivolgendosi ad un altro Ufficio pubblico. La situazione di angoscia in cui vivono le famiglie non può giustificare simili trucchi da prestigiatore, ai quali il sindaco ci ha purtroppo abituati in questi anni di mala gestione della città».

 

Dopo queste premesse arrivano quindi le richieste di Barbonetti, Gallese e Lamorgese, i quali vogliono sapere per quale motivo il programma “Scuole sicure” è in forte ritardo rispetto a quanto pubblicizzato dalla stessa amministrazione nell’estate 2015, «allorché i cittadini sono stati rassicurati con una colorata e costosa brochure a colori sul fatto che nell’estate 2016 buona parte dei plessi scolastici sarebbe stata in sicurezza. Un ritardo colpevole ed ingiustificabile, dato che i fondi per la sicurezza pubblica sono disponibili dal 2012».

I tre consiglieri passano poi a chiedere «per quale motivo non si ha traccia della più volte annunciata perizia dell’Enea sul livello di sicurezza dell’Istituto Comprensivo Corradini-Fermi-Mazzini di Avezzano». «Nelle relazioni del 2012 e del 2015 su questo stesso Istituto» ricordano infatti «viene indicato un indice di vulnerabilità sismica pari allo 0,149. A questo dato è seguita una correzione dell’indice comunicata l’8 settembre 2016, stavolta pari allo 0,304. Quest’ultimo indice, però, coincide con il ‘fattore di sicurezza al limite di salvaguardia della vita’, e non con l’indice di vulnerabilità sismica. Al momento, quindi, lo 0,149 è l’unico dato certo di cui disponiamo sul valore di vulnerabilità scaturito dalla relazione dell’ingegner Caroli. In base al decreto legge regionale il valore minimo per la chiusura di una scuola è pari allo 0,20, mentre l’Istituto Corradini-Mazzini-Fermi sarebbe quindi rimasto e rimane tuttora aperto con un indice 0,149. Una circostanza che, se confermata, sarebbe di una inaudita gravità, tale da dover essere chiarita nelle competenti sedi».

 

«Dopo tutta questa confusione sugli indici» vanno avanti Barbonetti, Gallese e Lamorgese «il Comune di Avezzano ha comunicato che entro il 15 di novembre sarebbe stata resa nota la terza perizia dell’Enea. Per quale motivo questa terza perizia non viene resa nota? Ma c’è questa terza perizia o è solo il solito escamotage del sindaco per temporeggiare? Per quale motivo, a fronte della acclarata criticità dell’Istituto in questione, il sindaco non ha provveduto a dotarsi di Musp, moduli a uso scolastico provvisorio, a spese del Comune? Ad Avezzano tutto è rimasto fermo, a differenza di comuni come Pratola Peligna o Sulmona, dove amministrazioni comunali ben più sensibili a queste esigenze si sono mosse per applicare i principi di prevenzione e precauzione far studiare i propri giovani in totale sicurezza. È appena il caso di osservare che, nel mentre il sindaco nega i Musp ai 1200 studenti dell’Istituto in questione, si è dotato di uno staff di 10 persone, e per non farsi mancare nulla ha pure assunto da poco un altro dirigente, Sergio Natalia, a 64mila euro/anno più premi e benefit. Risparmiando sulle enormi spese inutili per dirigenti, staffisti ed eventi “culturali”, il Comune avrebbe potuto affittare a proprie spese tutti i Musp che servono».

 

«In conclusione» chiosano i tre consiglieri del gruppo di Partecipazione Popolare «il sindaco, come osservato da diversi genitori, si sta assumendo l’oggettiva responsabilità delle conseguenze di eventuali eventi drammatici che, allo stato attuale, nessuno può escludere. Prevenire e mettere in sicurezza è l’unica strada che abbiamo e che un sindaco dovrebbe percorrere senza essere a questo sollecitato dai genitori in crescente apprensione. Ed è quello che stanno facendo senza tanto clamore buoni sindaci, come quelli di Pratola e Sulmona, dei modelli da imitare».

 

 

Maria Caterina De Blasis

AVEZZANO. Un’interrogazione urgente con una risposta scritta, questo è quanto chiedono al sindaco di Avezzano, Giovanni di Pangrazio, i consiglieri comunali di Partecipazione Popolare, Alessandro Barbonetti, Vincenzo Gallese, Alberto Lamorgese, in merito alla sicurezza delle scuole della città, con particolare riferimento all’Istituto Comprensivo Corradini-Fermi-Mazzini.

 

La premessa dell’interrogazione, presentata dai tre, parte dai tragici terremoti di Amatrice e di Norcia, dopo i quali è notevolmente cresciuta l’attenzione sui temi della prevenzione e della sicurezza, anche per quanto concerne scuole ed edifici pubblici. Altro punto fermo, esposto da Barbonetti, Gallese e Lamorgese sono le innumerevoli richieste dei genitori e gli altrettanti rinvii, che non hanno permesso di fare chiarezza sulla reale situazione strutturale dell’Istituto Comprensivo Corradini-Fermi-Mazzini. «A fronte della crescente e legittima preoccupazione dei genitori, riuniti in Comitato» scrivono nella loro interrogazione «osserviamo che il sindaco sulla questione della sicurezza scarica la responsabilità sulla dirigenza e la dirigenza continua a ripetere la solita tiritera, ovvero che le scuole rispettano i parametri di legge, sono agibili ma nessuno si pronuncia sul fatto se siano sicure o meno. I genitori non vogliono tatticismi politici, certificati, burocrazia e balletti sugli indici di sicurezza, ma vogliono soltanto rassicurazioni e tranquillità per i loro figli. E sicurezza e tranquillità dovrebbero essere assicurati da un amministratore pubblico degno di questo nome». «È tra l’altro paradossale» aggiungono «che a pochi mesi dalla fine del mandato, proprio in queste settimane, il sindaco scriva ai suoi dirigenti chiedendo informazioni sulla situazione degli edifici scolastici, come se stesse rivolgendosi ad un altro Ufficio pubblico. La situazione di angoscia in cui vivono le famiglie non può giustificare simili trucchi da prestigiatore, ai quali il sindaco ci ha purtroppo abituati in questi anni di mala gestione della città».

 

Dopo queste premesse arrivano quindi le richieste di Barbonetti, Gallese e Lamorgese, i quali vogliono sapere per quale motivo il programma “Scuole sicure” è in forte ritardo rispetto a quanto pubblicizzato dalla stessa amministrazione nell’estate 2015, «allorché i cittadini sono stati rassicurati con una colorata e costosa brochure a colori sul fatto che nell’estate 2016 buona parte dei plessi scolastici sarebbe stata in sicurezza. Un ritardo colpevole ed ingiustificabile, dato che i fondi per la sicurezza pubblica sono disponibili dal 2012».

I tre consiglieri passano poi a chiedere «per quale motivo non si ha traccia della più volte annunciata perizia dell’Enea sul livello di sicurezza dell’Istituto Comprensivo Corradini-Fermi-Mazzini di Avezzano». «Nelle relazioni del 2012 e del 2015 su questo stesso Istituto» ricordano infatti «viene indicato un indice di vulnerabilità sismica pari allo 0,149. A questo dato è seguita una correzione dell’indice comunicata l’8 settembre 2016, stavolta pari allo 0,304. Quest’ultimo indice, però, coincide con il ‘fattore di sicurezza al limite di salvaguardia della vita’, e non con l’indice di vulnerabilità sismica. Al momento, quindi, lo 0,149 è l’unico dato certo di cui disponiamo sul valore di vulnerabilità scaturito dalla relazione dell’ingegner Caroli. In base al decreto legge regionale il valore minimo per la chiusura di una scuola è pari allo 0,20, mentre l’Istituto Corradini-Mazzini-Fermi sarebbe quindi rimasto e rimane tuttora aperto con un indice 0,149. Una circostanza che, se confermata, sarebbe di una inaudita gravità, tale da dover essere chiarita nelle competenti sedi».

 

«Dopo tutta questa confusione sugli indici» vanno avanti Barbonetti, Gallese e Lamorgese «il Comune di Avezzano ha comunicato che entro il 15 di novembre sarebbe stata resa nota la terza perizia dell’Enea. Per quale motivo questa terza perizia non viene resa nota? Ma c’è questa terza perizia o è solo il solito escamotage del sindaco per temporeggiare? Per quale motivo, a fronte della acclarata criticità dell’Istituto in questione, il sindaco non ha provveduto a dotarsi di Musp, moduli a uso scolastico provvisorio, a spese del Comune? Ad Avezzano tutto è rimasto fermo, a differenza di comuni come Pratola Peligna o Sulmona, dove amministrazioni comunali ben più sensibili a queste esigenze si sono mosse per applicare i principi di prevenzione e precauzione far studiare i propri giovani in totale sicurezza. È appena il caso di osservare che, nel mentre il sindaco nega i Musp ai 1200 studenti dell’Istituto in questione, si è dotato di uno staff di 10 persone, e per non farsi mancare nulla ha pure assunto da poco un altro dirigente, Sergio Natalia, a 64mila euro/anno più premi e benefit. Risparmiando sulle enormi spese inutili per dirigenti, staffisti ed eventi “culturali”, il Comune avrebbe potuto affittare a proprie spese tutti i Musp che servono».

 

«In conclusione» chiosano i tre consiglieri del gruppo di Partecipazione Popolare «il sindaco, come osservato da diversi genitori, si sta assumendo l’oggettiva responsabilità delle conseguenze di eventuali eventi drammatici che, allo stato attuale, nessuno può escludere. Prevenire e mettere in sicurezza è l’unica strada che abbiamo e che un sindaco dovrebbe percorrere senza essere a questo sollecitato dai genitori in crescente apprensione. Ed è quello che stanno facendo senza tanto clamore buoni sindaci, come quelli di Pratola e Sulmona, dei modelli da imitare».

 

Maria Caterina De Blasis