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Partecipazione Popolare: “Sindaco perché la raccolta differenziata aumenta ma le tasse sui rifiuti non scendono?”

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AVEZZANO. Come mai la Tasi non è stata ridotta dopo l’aumento della raccolta differenziata? È questa la domanda che sta alla base della nuova interrogazione comunale presentata dai consiglieri di Partecipazione Popolare, Alessandro Barbonetti, Vincenzo Gallese e Alberto Lamorgese.

 

«La gestione dei rifiuti» scrivono i tre consiglieri «deve essere effettuata senza danneggiare la salute umana e senza recare pregiudizio all’ambiente e, coerentemente, le normative ed i regolamenti in materia devono premiare le comunità che rispettino tali fondamentali principi». «Il Comune di Avezzano» spiegano poi «appartiene al gruppo dei 1368 comuni italiani virtuosi per quanto concerne la differenziazione dei rifiuti solidi urbani, ovvero che superano la soglia del 65% di raccolta differenziata. Un successo dovuto al certosino lavoro di una serie di assessori, ricordiamo solo l’ultimo ma non ultimo, Crescenzo Presutti, che hanno fatto tanto bene il loro mestiere da meritare di essere tutti sostituiti dal sindaco “supertecnico”. La progressiva riduzione delle quantità di rifiuti conferiti in discarica ha portato a risparmi importanti per il Comune di Avezzano, sulla base del meccanismo premiale noto come ecotassa. Il progressivo incremento delle quantità di raccolta differenziata ha permesso inoltre il recupero, il riciclo e la vendita di pregiati materiali conferiti dai cittadini, alluminio, carta, vetro, plastica».

 

«Il combinato disposto del doppio meccanismo sopraesposto, riduzione ecotassa e vendita materiali pregiati» e qui arriva il punto focale dell’interrogazione presentata da Partecipazione Popolare «avrebbe dovuto portare ad una progressiva e sostanziale riduzione della tassa sui rifiuti (Tari) a beneficio della cittadinanza tutta. Questo è puntualmente avvenuto in centinaia di comuni italiani che hanno superato la soglia del 65% di differenziazione, con sconti di tariffa fino al 50%. Solo per fare un esempio a noi vicino, il Comune di Celano, come conseguenza della differenziazione dei rifiuti, ha già ridotto la Tari del 10% nel 2016 ed un ulteriore 10% sarà ridotto nel 2017 e così via di seguito. Più volte la questione della riduzione della Tari è stata sollevata nel corso degli ultimi anni e più volte il sindaco Giovanni Di Pangrazio ha risposto in maniera evasiva rinviando tutto ad un futuro più o meno lontano. A cinque mesi dalle elezioni per il rinnovo del sindaco, è lecito pensare che anche di questo aspetto del programma di mandato non se ne farà nulla, come non si è fatto nulla sugli aspetti più qualificanti del programma stesso».

 

Barbonetti, Gallese e Lamorgese parlano allora di un “sistema perverso”, per cui la raccolta differenziata aumenta, ma il Comune non controlla. «Il cittadino pertanto» chiariscono «genera un bene, il rifiuto differenziato, del cui valore viene a beneficiare solo il privato, complice un’amministrazione quantomeno “distratta”. Una situazione assurda ed intollerabile per i cittadini di Avezzano che meriterebbe una maggiore attenzione da parte degli organi di controllo, Magistratura e Corte dei conti».

 

«Per quale motivo» chiedono allora i tre consiglieri al primo cittadino «la vendita dei pregiati materiali conferiti in gran quantità dai virtuosi cittadini di Avezzano si è ribaltata, a differenza degli altri comuni virtuosi come Celano, in una sostanziale riduzione della tariffa? Per quale motivo l’amministrazione è rimasta inerte, e non ha attivato in questi lunghi cinque anni i sistemi di misurazione (peso e volume) che costituiscono la premessa per la riduzione puntuale della tariffa?».

«Per quale motivo» aggiungono poi «dei tre centri di raccolta previsti nel contratto con Tekneco, soltanto uno risulta operativo? Ove fossero operativi tutti e tre, il costo del servizio scenderebbe ulteriormente, con possibilità anche per tale via di riduzione della tariffa. Per quale motivo il settore ambiente del Comune è stato mantenuto in una situazione di sistematica disorganizzazione e sotto dimensionato come organico? La disorganizzazione del settore e la continua sostituzione di assessori, mirano forse a lasciare le cose esattamente come sono? Ben altro trattamento si riserva il sindaco, che si è dotato di uno staff elefantiaco di 10 impiegati e di ben due dirigenti, dei quali l’ultimo, Sergio Natalia, assunto con una retribuzione stellare di quasi 70mila euro più benefit e premi. Non sarebbe stato meglio far funzionare il settore ambiente dotandolo delle opportune professionalità, e così ridurre le tariffe per tutta la comunità?».

 

Barbonetti, Gallese e Lamorgese chiedono poi perché il Comune di Avezzano non abbia adottato la cosiddetta “tariffa puntuale”, così come hanno fatto molti comuni virtuosi, una tariffa personalizzata che permette a ciascun utente di pagare in base alla quantità e alla qualità di rifiuti conferiti.

 

«In definitiva» chiosano i tre «i virtuosi cittadini di Avezzano dovevano essere premiati già da tempo con importanti sconti della Tari, ed invece sono beffati da tariffe eccessive, e qualcuno invece si è arricchito, complice la distrazione dell’amministrazione. Ma forse non si tratta di distrazione, bensì di mancanza di volontà politica da parte del sindaco che nulla ha fatto, in questi anni, per ridurre la tariffa applicando il sistema di controllo a peso e volume previsto dalla legge e dai regolamenti».

 

«Non solo di distrazione si tratta» concludono infine gli esponenti di Partecipazione Popolare «ma anche di inerzia e cattiva gestione, per non dire altro. Come consiglieri comunali, ci interroghiamo da tempo su dove siano le strutture preposte ai controlli sulla Pubblica Amministrazione. Anche chi dovrebbe “controllare” il Comune, ad Avezzano, appare stranamente distratto». (Mc.dB.)