Attualità 10:52

Il Cnsas Avezzano saluta Berhault: “Un amico a 4 zampe e un grande soccorritore”

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Si dice che l’amicizia tra alpinisti sia un legame forte, perché affidi al tuo amico la corda che ti assicura alla vita. Berhault è stato un vero alpinista, si è fidato sempre di noi come noi di lui”. Con queste parole i tecnici della stazione del Cnsas di Avezzano salutano il cane del Soccorso Alpino Berhault, che ieri si è spento dopo aver lavorato fianco a fianco con il suo conduttore, Antonello Iacobucci, per nove lunghi anni, dal 2006 al 2015.

 

Berhault è stato per molti una mascotte, per Antonello un amico fedele, per noi innanzitutto un ottimo soccorritore”. Nel Cnsas Abruzzo lo ricordano così, il “tecnico a quattro zampe in pensione”, che per 10 anni nel Soccorso ha portato anche il nome di un “visionario” alpinista francese. Berhault si è distinto partecipando a tante operazioni, dal terremoto di L’Aquila alle innumerevoli ricerche di persone disperse, fino a Venarotta per la tragedia dei due caccia dell’Aeronautica Militare. Il suo è stato un curriculum che per molti suoi “colleghi” resta ancora ambiziosissimo. Ultimo allievo del mitico Filippo Fazi, il coordinatore nazionale che negli anni ’90 ha introdotto l’unità cinofila nel Soccorso Alpino Abruzzese, Berhault si è prima abilitato per la ricerca in superficie e poi per quella in valanga, turnando così in compagnia del suo conduttore e durante la stagione invernale all’elisoccorso del 118.

 

"Nel suo rapporto esclusivo con Antonello - spiegano dal Cnsas - Berhault, addestrato con tecniche innovative, ha imparato a soccorrere 'con il piacere di farlo'. Non sono infatti più in uso quelle pratiche dure e frustranti che per il cane cosiddetto 'da lavoro', puntano sullo stress per ottenere il massimo rendimento. Al contrario, i cani del Soccorso Alpino imparano innanzitutto a giocare, perché è credendo di giocare che, in realtà, riescono ad operare in ambienti così impervi. Certo, a loro è richiesto di farlo con serietà, impegno e concentrazione, ma devono comunque trarre da questo lavoro una soddisfazione emotiva che li ripaghi del grande sforzo fisico".

 

I.P.