Politica 15:28

San Benedetto dei Marsi, D'Orazio scrive a Mattarella: "Sindaci abbandonati, il Governo ci dia risposte"

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“Non posso che manifestare tutta la mia preoccupazione nel fronteggiare senza mezzi, personale adeguato e risorse economiche, eventuali eventi calamitosi. È disarmante constatare come noi Sindaci veniamo sistematicamente abbandonati a noi stessi in balia dei cittadini giustamente preoccupati”. Con queste parole il primo cittadino di San Benedetto dei Marsi Quirino D'Orazio manifesta tutta la sua preoccupazione in merito all'emergenza sismica in corso, resa ancor più allarmante dopo aver appreso dalla Commissione Grandi Rischi della Regione Abruzzo della probabilità che si possano verificare eventi sismici con magnitudo da 6 a 7 M. Per far sì che il suo appello venga accolto a livello regionale e nazionale, D’Orazio ha deciso di inviare una lettera al Presidente della Repubblica, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Interno, alla Prefettura di L’Aquila, al Presidente della Regione Abruzzo, alla Commissione Nazionale Grandi Rischi, all’USRC ed ai comuni della Marsica, spiegando dettagliatamente le difficoltà che i sindaci abruzzesi si trovano ad affrontare in questo particolare momento critico.


“Sono convinto che il mio pensiero sia condivisibile e sentito da tutti i colleghi amministratori, dal mondo politico e dalla maggioranza degli abruzzesi - spiega il sindaco di San Benedetto - soprattutto all’indomani degli ultimi disastrosi eventi sismici che hanno colpito nuovamente Amatrice e causato vittime a Rigopiano. Abbiamo tutti assistito inermi a ripetuti fenomeni tellurici, susseguitisi da decenni a questa parte, che hanno messo a repentaglio la vita dei nostri cittadini, costretti a frequentare edifici pubblici con indici di vulnerabilità sismica ai limiti della sicurezza. Nonostante tutto il Governo, dietro autorizzazione ricevuta dal Parlamento con ampia maggioranza, grazie anche a quella Costituzione che quando la si vuol far funzionare consente di approvare provvedimenti in tempi strettissimi, ha palesemente dato priorità all'emanazione di un decreto per costituire un fondo da 20 miliardi di euro a tutela del risparmio e salvare il Monte dei Paschi di Siena, come anche sembra aver preferito la dispendiosissima politica dell'accoglienza di immigrati, piuttosto che stanziare fondi per le nostre scuole al fine di salvaguardare quanto di più prezioso una Nazione possa avere, i nostri ragazzi, che rappresentano la speranza per il nostro futuro”.


“Da quando ho giurato fedeltà alla nostra Costituzione indossando quella gloriosa Fascia Tricolore - continua D'Orazio - ho sempre cercato di onorare e di adempiere fedelmente i miei doveri con impegno, dedizione ed abnegazione, cercando di portare avanti gli impegni istituzionali e lavorativi, senza battere ciglio. Questa volta però è diverso, la preoccupazione dei cittadini si percepisce da lontano e non è facile guardarli negli occhi e spiegare che si sta facendo il possibile. Con la loro ansia chiedono a noi Sindaci risposte non solo rassicuranti, ma anche concrete ed in tempi rapidi, perché sono stanchi di vane promesse di un domani che sembra destinato a non arrivare mai. Noi Sindaci siamo l'ultimo baluardo dello Stato, abbiamo la fortuna di vivere a diretto contatto con la nostra popolazione, raccogliendo da essa in via diretta ogni sintomo e sussulto, buono o cattivo che sia. Riusciamo a sentire il polso della situazione e percepiamo lo stato d'animo di una comunità preoccupata, alla quale bisogna dare risposte”.


"Non mi sottrarrò alle responsabilità - aggiunge il primo cittadino - ed insieme alla mia Giunta ed ai Consiglieri cercheremo di affrontare anche la delicata situazione attuale, con la consapevolezza che in tale circostanza sarebbe troppo facile scaricare tutto il peso sui Sindaci, privi di risorse economiche, umane, di mezzi e di strutture adeguate. Al fine di garantire l'incolumità e la pubblica sicurezza dei miei Cittadini, chiedo di essere messo in condizione di fronteggiare questa eventuale emergenza, proponendo sin da ora quanto segue:


1) La semplificazione di una burocrazia capace, troppo spesso, di rallentare iter procedurali che si sarebbero potuti concludere con tempistiche di gran lunga inferiori;


2) Di entrare immediatamente nella disponibilità di quei fondi stanziati ormai da anni per la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma del 06-04-2009;


3) L'istituzione di una "commissione speciale" per superare celermente le varie fasi di aggiudicazione degli appalti e vedere finalmente la messa in sicurezza o la ricostruzione di edifici sicuri;


4) Di ricevere in dotazione mezzi adatti ad affrontare situazioni di rischio, come anche di personale qualificato;


5) Di ricevere risorse economiche e quant'altro necessario per l'eventuale stato d'emergenza prospettato.

 

Idia Pelliccia