Politica 16:24

Avezzano, 15mila euro per la pubblicità istituzionale: Partecipazione Popolare interroga la Corte dei Conti sulla legittimità

SCUOLE_SICURE-01_2017.jpg

Minoranza determinata contro il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio in seguito a quella che definiscono una “costosa campagna di pubblicità istituzionale messa in atto dall’amministrazione comunale", tanto da indurre i consiglieri Alessandro Barbonetti, Alberto Lamorgese e Vincenzo Gallese a richiedere, sul caso, l’intervento della Corte dei Conti. Nell’esposto inoltrato stamane a firma dei tre consiglieri si richiede al procuratore generale Maurizio Stanco di verificare la legittimità delle spese affrontate dal comune. Il Bilancio del Comune di Avezzano è stato dotato per l’anno 2016 di 15.000 euro per le “Spese per comunicazioni istituzionali”; la determina del comune (n. 11005 del 30/05/2016) ha impegnato 7.426 euro per acquistare un inserto pubblicitario di quattro pagine sul quotidiano il Centro, riservandosi di spendere allo stesso scopo la somma residua, dato che il giornale ha continuato la pubblicazione degli inserti pubblicitari (l’ultimo il 25 gennaio 2017). 

 

“Gli inserti – spiegano Barbonetti, Gallese e Lamorgese nell’esposto - hanno un tenore chiaramente propagandistico ed encomiastico nell’esposizione di foto e messaggi del sindaco Di Pangrazio, il tutto considerando il fatto che le elezioni comunali si terranno ad Avezzano a maggio, ovvero tra poco più di tre mesi. Agli inserti, inoltre, il comune ha aggiunto un foglio di notizie messo in diffusione con la modica spesa di ulteriori 20 mila euro, dei quali 10 mila sono per stampa e divulgazione del giornale Istituzionale e altri 10 mila quale sostegno all’editoria locale (in applicazione della legge n.150 del 7 giugno 2000)”. 

 

"Con tali premesse - dichiarano in conclusione i rappresentanti di Partecipazione Popolare - chiediamo alla Corte dei Conti se sia legittima una costosa campagna di pubblicità istituzionale, encomiastica e ripetitiva anche di fatti già noti alla popolazione, frutto di una scelta antieconomica, irrazionale, portatrice di danno erariale, in violazione della normativa sulla spending review e con chiara finalità di persuasione, e questo a pochi mesi dalle elezioni amministrative che vedono la ricandidatura del sindaco Di Pangrazio in carica". 

 

 

Di seguito il testo integrale dell’esposto:

 

 

Avezzano, li 26 gennaio 2017

 

Preg.mo

dr. Maurizio Stanco

Procuratore Regionale Corte dei Conti

Via Buccio da Ranallo 65 -  San Domenico

67100 L'Aquila

 

 

Oggetto: esposto su determina del Comune di Avezzano n.11005 (30.5.2016 – f.to dr.Zitella) avente ad oggetto “Comunicazione istituzionale – acquisto inserto quotidiano il Centro” e pubblicità istituzionale

 

 

Premesso che:

 

1)il capitolo 0101.13.343 – Bilancio Comune di Avezzano - “Spese per comunicazioni istituzionali” è stato dotato di Euro 15.000,00 per l'anno 2016;

 

2)nella determina in oggetto si legge che l'Amministrazione comunale di Avezzano “ritiene di fondamentale importanza dare una informazione puntuale sull'attività amministrativa e politica dell'ente”;

 

3)la determina in oggetto impegna Euro 7.426,70 a valere sui 15.000,00 Euro disponibili, riservandosi di impegnare allo stesso scopo la somma residua. La somma impegnata di Euro 7.426,70 è stata utilizzata per acquistare un inserto pubblicitario di quattro pagine intere sul quotidiano il Centro, ed allo stesso scopo la somma residua, dato che il Centro ha continuato la pubblicazione degli inserti pubblicitari (ultimo in data 25 gennaio 2017).

 

Sottolineato che:

 

-gli inserti pubblicitari hanno un tenore ed un contenuto chiaramente propagandistico, esponendo in primo piano anche foto e messaggi del Sindaco pro tempore Gianni Di Pangrazio, ed è da considerare il fatto che le elezioni comunali si terranno ad Avezzano nel maggio 2017, ovvero tra poco più di tre mesi. Agli inserti pubblicitari, inoltre, il Comune ha aggiunto un foglio di notizie messo in diffusione con la modica spesa di ulteriori ventimila euro, dei quali 10mila sono per stampa e divulgazione del giornale Istituzionale e altri 10mila quale sostegno all’editoria locale in applicazione della legge n.150 del 7 giugno 2000;

 

-nel merito, gli inserti pubblicitari ed il notiziario elencano con tono encomiastico una serie di opere/iniziative dell'Amministrazione già ampiamente e ripetutamente comunicate e pubblicizzate in passato e quindi più che conosciute dalla cittadinanza di Avezzano, anche grazie al continuo lavoro dell'eutrofico staff del quale il Sindaco dispone,  e che consente all'Amministrazione di essere esageratamente presente su tutti i mezzi di comunicazione locale, a partire dall'ossessiva presenza sul quotidiano il Centro che ospita gli inserti a pagamento.

 

Ricordato che:

 

-come è noto, la Corte dei Conti, anche nelle sezioni regionali, è più volte intervenuta sulla legittimità e sui limiti della comunicazione istituzionale anche alla luce della normativa sulla spending review;

 

-i magistrati contabili (ad es., sezione regionale di controllo dell'Emilia Romagna) hanno ripetutamente ribadito che nella nozione di “spese pubblicitarie e promozionali” (nozione richiamata dalla determina in oggetto) debbano essere ricomprese le attività mediante le quali l'ente porta all'esterno della propria struttura notizie, anche riconducibili alle proprie finalità istituzionali, come quelle riguardanti la comunicazione istituzionale o le informazioni funzionali alla promozione dei servizi pubblici e delle modalità di fruizione degli stessi da parte della collettività;

 

-la Corte dei conti ha anche evidenziato (in una pluralità di sentenze) che non sempre l'ente locale può legittimamente utilizzare le pubbliche risorse allo scopo di inviare pubblicazioni alla cittadinanza. Tali pubblicazioni, per essere giudicate legittime, non devono essere finalizzate a propagandare l'immagine dei vertici politici, in quanto in tal caso non costituirebbero legittime spese di rappresentanza, ma integrerebbero un danno all'Erario.  A tal proposito, secondo la consolidata giurisprudenza contabile, le spese di rappresentanza sono legittime laddove questa rispetti determinate condizioni:

 

--finalizzata al perseguimento dei fini istituzionali; 

 

--destinata ad attività rivolte a proiettare l'amministrazione all'esterno; 


--connessa a un'esigenza effettiva per l'ente di manifestarsi all'esterno. 

 

Tutto ciò premesso, si chiede di verificare:

 

-se sia legittima una costosa campagna di “pubblicità istituzionale”, encomiastica e ripetitiva di fatti già ampiamente noti alla popolazione, con chiara finalità di propaganda e persuasione, e questo a pochi mesi dalle elezioni amministrative che vedono la ricandidatura del Sindaco in carica;

 

-se tale campagna elettorale di fatto costituisca o meno vizio di legittimità della spesa, nel senso che trattasi di spesa ingiustificata o inutile, poiché frutto di una scelta antieconomica e irrazionale e, pertanto, portatrice di danno erariale (Corte dei Conti, sezione giurisdizionale Toscana, sentenza n. 126/08);

 

-se la pubblicazione degli inserti e del periodico comunale, rivolto alla comunità amministrata, e non mirante alla diffusione della conoscenza dei servizi erogati, sia “comunicazione istituzionale” ovvero spesa di rappresentanza. Avendo la pubblicazione del periodico mere finalità promozionali e di persuasione, e nessuno scopo informativo ampiamente esaurito con precedenti esaurienti comunicazioni, la spesa parrebbe dover essere ricondotta nell'ambito delle spese di rappresentanza (voce di costo essenzialmente finalizzata ad accrescere il ruolo, il decoro, il prestigio e la reputazione della singola pubblica amministrazione verso l'esterno);

 

-se la pubblicità rientra, come pare, nella spesa di rappresentanza, allora essa rientrerebbe nelle spese soggette alla riduzione di cui all'articolo 6 del Dl 78/2010 (che prevede un taglio lineare a regime di oltre l'80% rispetto alla spesa sostenuta nell'anno 2009 per le seguenti tipologie: relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza). In tal caso si configurerebbero ulteriori illeciti, attinenti la palese violazione della normativa sulla spending review oltre all'abuso ed omissione d'ufficio.

 

I consiglieri comunali Alessandro Barbonetti, Alberto Lamorgese e Vincenzo Gallese

 

Foto inserto pubblicitario

 

Idia Pelliccia