Cronaca 16:40

Arrestato per droga e tenuto in carcere 12 giorni, giovane di Pescina assolto in appello

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AVEZZANO – Fu arrestato e tenuto in custodia cautelare in carcere per ben 12 giorni, ora un giovane venticinquenne di Pescina è stato assolto in Corte d’Appello a L’Aquila dall’accusa di detenzione a fini di spaccio di stupefacenti.

 

 

Il pescinese, R.L., 21 anni all’epoca dei fatti, intercettato dai Carabinieri, fu trovato in possesso di 1 gr. di hashishe di ulteriori 2 della stessa sostanza a lui presumibilmente riconducibile in un’abitazione frequentata da più persone.

 

Estesa la perquisizione nell’abitazione, gli furono contestate, unitamente ad altri due indagati ancora oggi sotto processo,  piante di canapa indiana del tipo marijuana per un quantitativo di circa 550 grammi, che gli uomini dell’Arma ritennero essere sostanza detenuta da tutti ai fini di cessione a terzi.

 

 

Il giudice di primo grado, Francesca Proietti, del Tribunale di Avezzano, ebbe modo di distinguere le responsabilità del giovane, non ritenendolo responsabile del possesso dei 550 gr. di sostanza stupefacente del tipo marijuana, e, disattendendo la richiesta del Pm per una condanna a 4 anni di reclusione ed € 13.500,00 di multa, lo ritenne responsabile solamente del modesto quantitativo dei 3 grammi di hashish,  condannandolo alla pena di mesi 6 di reclusione e € 600 di multa.

 

Ma il giovane, al fine di dimostrare la sua totale estraneità ai fatti, convinto pienamente, attraverso il suo legale, Avv. Roberto Verdecchia del foro di Avezzano, ha formalizzato l’atto di appello che in data odierna è stato accolto dalla Corte di L’Aquila presieduta dal Dr. Aldo Manfredi.

 

 

Il giovane di Pescina, quindi, ha presentato appello contro la condanna che ha ritenuto immeritata ed ingiusta ponento la domanda: "Chi pagherà quei giorni di detenzione domiciliare al giovane, quando dall’inizio era ben chiara la sua estraneità ai fatti e la sua totale innocenza?"

 

 

Sarà la Corte d’Appello di L’Aquila nuovamente ad interessarsi del caso, ma questa volta per la valutazione “dell’ingiusta detenzione”, che sarà invocata nel momento in cui la sentenza avrà la sua esecutività da parte del giovane.

 

 

Pierluigi Palladini


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