Pubblichiamo di seguito un articolo della professoressa Nadia Ranalli, docente di filosofia all'Istituto “Torlonia-Bellisario” di Avezzano.
Ranalli indaga «la crisi della società che si misura dal livello qualitativo della sua cultura e la crisi dei valori dall’inerzia delle Istituzioni».
Socraticamente parlando si può affermare che tutti gli uomini sono “filosofi” ma non sempre ne sono consapevoli pertanto il dovere dell’insegnante e dell’intellettuale è quello di promuovere e far progredire “maieuticamente” la conoscenza attraverso la continua ricerca, proiettando negli alunni e quindi nelle nuove generazioni uno stile di vita sano e consapevole.
Gli errori sono inevitabili ma si può imparare dagli stessi attraverso una “ricerca partecipata” per costruire una società migliore. Gli intellettuali cercano di persuadere sé stessi e gli altri che viviamo in un “mondo ingiusto” una specie di “inferno sociale e morale” che colpisce l’attuale società non solo locale ma internazionale.
Docenti, filosofi ed intellettuali, dovrebbero acquisire la consapevolezza che questo non è il “peggiore dei mondi” come direbbe il filosofo W. Leibniz ma potrebbe essere uno dei migliori, attraverso proposte culturali concrete e l’elaborazione di una nuova ideologia che supera sterili pregiudizi e “rompe” schemi mentali devoti al nichilismo.
Le nuove generazioni non dovrebbero interiorizzare la cultura della rassegnazione e della sottomissione, dovrebbero confutare il relativismo ed il fenomenismo attraverso una filosofia del linguaggio che dal banale “conservatorismo” porti la società verso il realismo socio-culturale atto a prendere le “difese del senso comune” con determinazione e creatività, valorizzando la razionalità. Come asserisce Aristotele, nel famoso aforisma “L’uomo è un animale razionale” solo il pensiero restituisce all’uomo la sua dignità e la libertà di espressione e lo rende partecipe alla vita democratica del paese. Solo la libertà caratterizza tutte le “società aperte” dell’occidente, come afferma K. Popper, in sinergia con un pluralismo di forze che rivitalizzano la società.
Dunque, la funzione degli intellettuali, dovrebbe essere quella di superare l’insoddisfazione del presente per creare un futuro migliore orientando le nuove generazioni.
Redazione Avezzano Informa