Cultura 12:11

Ennio di Francesco con il ''Vate e lo Sbirro'' indaga con Dosi sulla caduta di D'Annunzio

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‘’Il Vate e lo Sbirro’’, di Ennio Di Francesco, racconta l’indagine segreta del commissario Giuseppe Dosi sul ‘’volo dell’arcangelo’’ Gabriele D’Annunzio.

 

Il volo è la caduta di D’Annunzio dal balcone della sua villa a Gardone Riviera, avvenuta il 13 agosto 1922. Ma fu un incidente, o un tentativo di eliminare un personaggio scomodo? Il 15 agosto il Vate avrebbe dovuto incontrarsi riservatamente in Toscana con Benito Mussolini e Francesco Saverio Nitti… Il commissario Dosi indagò segretamente, sotto il falso nome di Karol Kradokwill.

 

Tanti gli elementi intriganti che si mischiano alla biografia del Vate, che continua a suscitare curiosità anche nelle più giovani generazioni. Il volume ha la Presentazione dello storico e filologo Luciano Canfora e l’introduzione del prefetto Franco Gabrielli, Capo della Polizia di Stato e direttore generale della Pubblica Sicurezza.

 

Il fatto analizzato è poco noto, ma degno di attenzione. Dosi fece le sue indagini sotto mentite spoglie, assumendo l’identità di un artista mutilato cecoslovacco. Anni dopo, il Vate scoprì che quell’artista altri non era che il commissario Dosi.

 

Dichiarò il Commissario Dosi a Renzo Trionfera in un’intervista rilasciata al settimanale L’Europeo”, il 3 agosto 1956: D’Annunzio mi qualificò scherzosamente “lurido sbirro”. Così dichiarò il Commissario Dosi a Renzo Trionfera in un’intervista rilasciata al settimanale L’Europeo”, il 3 agosto 1956.

 

La caduta di D’annunzio avrebbe potuto di fatto cambiare gli avvenimenti futuri? Ne fu convinto Francesco Saverio Nitti: “Se D’Annunzio non fosse caduto dalla finestra e l’incontro con lui, Mussolini e me fosse avvenuto, forse la storia dell’Italia moderna avrebbe seguito un altro cammino.”

 

Adesso, tra le pagine del libro di Ennio di Francesco, la storia viene ripercorsa. E analizzata con gli occhi moderni, il curatore dell’introduzione, Franco Gabrielli, si augura che possa far conoscere “il lavoro affascinante e complesso che i Tutori dell’ordine svolgono nell’interesse della collettività e delle istituzioni democratiche”.

 

Redazione AvezzanoInforma