Libertà, Dignità, Democrazia: sono queste le parole più ricorrenti nel discorso che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto sabato 22 aprile al Quirinale nella ricorrenza del 72° anniversario della Liberazione. Dopo aver dichiarato con forza l’importanza di ricordare il merito di tutti coloro che, con sacrificio ed amor patrio, hanno liberato l’Italia dall’oscurità delle leggi razziali, dalla soppressione della dignità e delle libertà fondamentali di ciascuna persona, il Capo dello Stato ha sottolineato la necessità di mantenere saldi nella memoria gli stessi valori della Resistenza anche alla luce dell’emergenza terrorismo che oggi, come allora, tenta di distruggere la democrazia, la dignità umana, la libertà.
Dopo gli interventi e le testimonianze del Presidente del Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d'Arma Mario Buscemi, del Presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane Claudio Betti e della Ministra della Difesa Roberta Pinotti, Mattarella ha tracciato un excursus della storia del nostro Paese durante gli anni della guerra, un passato fatto di uomini e donne, di partigiani, di fieri italiani che hanno combattuto e sacrificato la loro esistenza per un grande ideale di libertà, quello stesso ideale che va mantenuto vivo e presente nei nostri cuori, che va tramandato di generazione in generazione come base fondamentale della nostra democrazia, concludendo tra gli applausi commossi ed orgogliosi dei presenti con la frase “Viva la Resistenza, Viva l’Italia!”.
Il discorso del Presidente della Repubblica:
<<Ci incontriamo per questo importante appuntamento annuale, anche quest’anno con qualche giorno d’anticipo sul 25 aprile, che ci riconduce a quel decisivo passaggio rappresentato dal messaggio di Sandro Pertini a Milano. Qualche giorno di anticipo perché mi recherò, il 25 aprile, a Carpi per visitare il Monumento al Deportato e al Campo di Fossoli, alcuni dei tanti luoghi di dolore e sofferenza che rappresentano la nostra storia, l’apice di un periodo oscuro che aveva stravolto la fisionomia del nostro Paese con leggi razziali, con la soppressione delle libertà, con l’accantonamento e la compressione del rispetto dei valori umani e della dignità di ciascuna persona. Questi giorni riportano al sacrificio e ai meriti storici incancellabili di chi ha restituito al nostro Paese la libertà e la dignità. Le associazioni qui presenti conservano, come poco fa abbiamo ascoltato dal professor Betti e dal generale Buscemi, la memoria di questi passaggi storici fondamentali per il nostro Paese. Incontri come questi, da svolgere necessariamente al Quirinale, ci riconducono alle origini della nostra democrazia, della nostra convivenza, al sacrificio dei tanti che persero la vita per la libertà, per ridare all’Italia la sua dignità. Tante decine di migliaia di persone, di partigiani, tante medaglie d’oro, tante donne, ragazzi, 300 mila militari deportati. Si tratta di una quantità di storie personali che hanno fatto in quel periodo storia nazionale e che costituiscono la base del nostro presente. Tanti luoghi, non soltanto ovviamente Carpi e Fossoli. Prima li abbiamo ascoltati nel ricordo di alcuni, che rammentano questo percorso di profondo dolore, sofferenza e sacrificio che il nostro Paese ha attraversato con tanti suoi figli e figlie migliori. È un percorso da rammentare, bisogna custodirne la memoria, tramandarla, trasferirla per rinverdire e conservare le origini della nostra democrazia.
Oggi questi valori sono particolarmente da ribadire e difendere alla luce dell’assalto terroristico che aggredisce tante parti del mondo, Europa, Asia, Medio Oriente, Africa, Stati Uniti. È un assalto contro la democrazia, la dignità umana, la libertà. Quel che è avvenuto ieri a Parigi ancora una volta ci riporta alla pericolosità del terrorismo e all’esigenza di una difesa salda, forte, decisa, responsabile, che garantisca costantemente i valori della democrazia e delle libertà. Anche per questo e rispetto a questi pericoli risalta ancor di più il grande contributo che le nostre forze armate oggi esprimono in tante parti del mondo per difendere pace e condizioni di sicurezza in altre comunità del mondo e nell’intera comunità internazionale. È una continuazione degli stesso valori e principi che oggi ricordiamo e ribadiamo, e questo naturalmente comporta un dovere complessivo nel nostro paese. Qualche settimana fa il nostro paese ha ospitato qui a Roma la riunione dei Capi di Stato di governo dell’Unione Europea per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, durante la quale è stata ribadita l’esigenza di proseguire in questo cammino di pace, solidarietà e collaborazione che ha sostituito secoli di guerre, contrasti, violenze e diffidenze. Vi è un compito da svolgere preservando e sviluppando i valori della resistenza e della Liberazione, quello di difendere la comprensione reciproca, di evitare che nascano nazionalismi esasperati, egoismi di parte e contrasti che riporterebbero l’Europa a un passato che si è cercato e si è riusciti a superare. Anche per questo la giornata di oggi non è solo un momento rituale, ma un momento fortemente avvertito da tutte le generazioni del nostro paese. I giovani non sono soltanto destinatari del trasferimento di questa esperienza, sono soprattutto coinvolti in questa storia. Con questa convinzione ringrazio tutti i presenti, le associazione e la confederazione per il lavoro che svolgono per mantenere sempre alta nel paese la memoria di quel che è avvenuto, proiettandolo nel futuro. Per questo possiamo dire con forza: Viva la Resistenza Viva l’Italia!>>.
Idia Pelliccia